Continuano gli appuntamenti con le passate edizioni di Trasparenze Festival raccontate attraverso il romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino. Vi ricordiamo che potrete leggere gli elementi che compongono ogni racconto in due modi: scegliendo di seguire la linea temporale delle edizioni, oppure, al termine della pubblicazione di tutti e cinque i livelli, potrete leggere solo gli elementi relativi ad una edizione, ritrovandola in tutti i racconti pubblicati.

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In una Modena quasi deserta, Marco Polo incontra Stefano , direttore artistico del Teatro dei Venti, e ascolta il suo racconto su ciò che è andato in scena fino a quel momento.

Il penultimo giorno. Solo un altro dopo questo. E dovrò partire. Dovrò allontanarmi. Mi sento irrequieto, non voglio andare: mi piacciono i suoi racconti. Ma non posso fermarmi. Vorrei chiedere a Stefano di venire con me. Lontano da questa Modena deserta. Cosa potrebbe riservargli il futuro qui? Cosa potrebbe fare ancora? Io lo porterei lontano, verso terre ancora da scoprire. E con lui, porterei con me ancora le sue parole. Il tempo del racconto sarebbe infinito. Certo. Domattina glielo chiederò.

Marco Polo

 

Edizione 2017 – Le città e i morti

Durante questa edizione hai ospitato lo spettacolo “Albania casa mia” di Aleksandros Memetaj. Il testo, autobiografico, racconta in chiave brillantemente ironica la fuga verso l’occidente di moltissimi albanesi. Un viaggio di speranza ma anche di morte. Un viaggio che, grazie alle parole di un giovanissimo autore-attore, fa riflettere su quanto accade ancora oggi e conduce lo spettatore all’interno del peschereccio “Miredita”. Per quale motivo hai scelto questo spettacolo per la V edizione di Trasparenze Festival?

“Albania casa mia” è arrivato un po’ per caso, ma è stato molto apprezzato dal pubblico di Trasparenze. Aleksandros era stato selezionato dalla Konsulta per il progetto Cantieri, uno spazio di residenza nel quale si poneva attenzione al processo di lavoro piuttosto che al raggiungimento di un risultato finito. Quell’anno mancava però uno spettacolo per completare il programma del Festival, cercavamo un monologo, un lavoro coinvolgente, d’impatto, e il suo ci è sembrato perfetto per quel fine.

Trasparenze Festival 2017 fotografia Alekandros Memetaj
2017. Fotografia di Alekandros Memetaj

 

Edizione 2014/15 – Le città e il cielo

Il 9 maggio 2015, presso il Teatro Cajka di Modena, è andato in scena “Morte di Zarathustra” della compagnia Teatro Akropolis. Sul programma si leggeva: “le figure che si avvicendano in ‘Morte di Zarathustra’ sono familiari ed estranee al tempo stesso: dall’aspetto proteiforme, non fanno appello alla memoria personale del pubblico ma alla sua memoria mitica, al fondo condiviso della coscienza. La sentenza di Nietzsche è ciò che rimane di questo oscuro sogno, non un pensiero, ma ancora una volta, un’immagine del mondo”. Puoi raccontami il cielo che hai incontrato in questo spettacolo?

Teatro Akropolis è una realtà artistica con la quale ci siamo annusati, riconosciuti, ritrovati, con la quale ci confrontiamo. Affronta un percorso di cura artistica, affonda le radici in un solido lavoro intellettuale che l’ha portati a vincere un premio Ubu nel 2017 con il progetto editoriale AkropolisLibri. La ricerca travalica lo spettacolo come prodotto, come racconto, “Morte di Zarathustra” scuote dal torpore e affascina, per la sua forza ferina, per la sua immediatezza e per la capacità di evocare con la sola presenza dei corpi e la relazione tra di essi.

 

Edizione 2013 – Le città e la memoria

A U R E” chiude una trilogia del silenzio e della memoria. Lo spettacolo si ispira all’opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, un fiume placido e solenne di parole, ma soprattutto, un capolavoro pittorico, sinfonia perfetta di suoni e rumori. Con queste parole, la compagnia Teatropersona descrive lo spettacolo che è andato in scena il 4 ottobre, presso il Teatro dei Venti. Stefano, che tipo di “memoria” era questa?

Rappresenta la memoria di un teatro che non teme di accantonare la parola per arrivare al cuore dell’azione, di recuperare il movimento come elemento drammaturgico e non solo coreografico. AURE supera una certa settorialità soffocante del teatro italiano, è un lavoro di altissima qualità, come tutti quelli prodotti da Teatropersona e da Alessandro Serra, l’autore di Macbettu. Un artista che con Trasparenze abbiamo sostenuto molto prima che venisse premiato e riconosciuto a livello nazionale.

2013. Fotografia A U R E

 

2016 Le città e il desiderio

Nell’Area Festival, il 7 maggio 2016 è stato allestito lo spettacolo per bambini “L’acqua miracolosa” della compagnia Burattini, di e con Moreno Pigoni. I bambini solitamente sono puro entusiasmo: com’è stato l’incontro con questo tipo di pubblico? È stata la prima volta in cui vi siete misurati con dei bambini?

Moreno è un amico del Teatro dei Venti dalle origini, è stato tra i primi a fare spettacolo nella sede di Via Bolzano 31, è un artista sensibile, specializzato nel teatro di figura, conoscevamo il suo lavoro. Quando abbiamo portato Trasparenze negli spazi esterni del quartiere ci è sembrato normale trovare delle proposte adatte anche ai bambini, alle famiglie, autenticamente popolari. L’obiettivo è stato raggiunto con entusiasmo, ma anche con la giusta attenzione, per creare l’atmosfera di un piccolo borgo nella prima periferia di Modena. Perché ogni spettacolo di Trasparenze si colloca in una drammaturgia più ampia, in un equilibrio tra spaesamento e accoglienza.

 

Edizione 2012 – Le città e i segni

Hai scelto di abitare a Modena, la tua città, nel Teatro dei Segni. Sono curioso di conoscere l’origine di questo nome. Quali segni hai scoperto o ritrovato in questo luogo?

Il nome Teatro dei Segni nasce prima del nostro arrivo, quando eravamo nel gruppo di gestione, insieme ad Arci e cooperativa il Girasole, ma non ancora compagnia residente.

Dal 2012 abitiamo quotidianamente questo luogo. Non è un dettaglio da poco. È un segno importante. Una scelta maturata insieme ai nostri partner, per dare stabilità alla compagnia e per creare un presidio territoriale, aperto nelle diverse ore del giorno con diverse funzioni. Non solo per il tempo limitato degli spettacoli. Lo spazio è disponibile per le associazioni del territorio, per le scuole, anche per le compagnie amatoriali. Chi arriva in Teatro trova una compagnia, si relaziona con una storia, con una comunità artistica, non solo con un custode che apre e chiude.

Ma gestire un Teatro comporta un impegno gravoso, una responsabilità. Per una compagnia che fa ricerca e produzione, che affronta tournée in Italia e all’estero, rischia di essere una trappola che toglie energie, tempo prezioso per la creazione. Era questo il mio timore quando siamo arrivati. È un equilibrio che ancora regge, ma che ha bisogno di essere continuamente monitorato.

2012, Teatro dei Segni Trasparenze Festival MoCu Modena Cultura
2012, Teatro dei Segni

 

La notte volge al termine: vedo il cielo tingersi dei colori di un nuovo mattino. L’ultimo mattino qui. Un’altra alba che si desta su Modena. Sì. Ho deciso. Appena possibile, gli chiederò di partire con me.

Marco Polo

 

 

www.trasparenzefestival.it
www.teatrodeiventi.it