Giovedì 24 ottobre 2019, alle ore 21.00 presso il Teatro dei Segni di Modena, parte la terza stagione Trasparenze di Teatro dei Venti. La redazione di MoCu seguirà per voi gli appuntamenti in cartellone cercando di restituirvi ogni emozione colta. La stagione apre con il live “Love Sweat and Tears” di Mariama, cantautrice ed interprete originaria della Sierra Leone. Abbiamo avuto il piacere di porle direttamente qualche domanda.
Leggendo un po’ la tua biografia, c’è un aspetto che mi ha colpito molto: a sedici anni hai scritto la tua prima canzone. Qual era la (per così dire) “urgenza” che ti ha spinto a scriverla? Possiamo ritrovare tracce di questa canzone nei tuoi successivi lavori?
La prima canzone che ho scritto non è mai stata registrata, ma ne ricordo ancora alcune parti. Il vero motivo per cui ho iniziato a scrivere canzoni è che non avevo molta voglia di esercitarmi con la chitarra, per la quale prendevo alcune lezioni. Io volevo solo cantare. Mia madre si rifiutava di pagare per ulteriori corsi e per questo motivo, come reazione, ho scritto la mia prima canzone.
Continuando a seguire la tua biografia, ho letto che sei nata in Sierra Leone, sei cresciuta in Germania ed ora vivi a Parigi. Immagino che ognuno di questi luoghi ti abbia “donato” qualcosa. Vuoi raccontarcelo?
Non sono necessariamente i luoghi in sé ad avermi influenzata, quanto il modo in cui io mi sono relazionata ad essi e alle persone che ho amato. Ho una famiglia a Parigi, a Freetown, a Colonia, a Berlino, negli Stati Uniti, in Canada e in altri posti. Sono cresciuta tra culture molto diverse all’interno del medesimo ambiente familiare. A volte è stato difficile per tutta la famiglia, ma ciò mi ha insegnato ad essere curiosa e mantenere una mente aperta. Ad apprendere da ciò che non conosco piuttosto che dare giudizi affrettati. Almeno ci ho sempre provato.
Dal tuo primo album “The easy way out” (2012) al tuo ultimo lavoro “Love, Sweat and Tears” (2019) sono passati sette anni. In questo periodo, quanto è cresciuta Mariama?
In diversi modi. Ho avuto la possibilità di conoscere meglio me stessa. Nel primo album ho scritto personalmente le canzoni ed è stato prodotto a Londra da John Quarmby and Kevin Bacon. Invece per “Love, Sweat and Tears” ho deciso di produrre per conto mio e di lavorare esclusivamente con le persone che mi erano state vicine nel corso degli anni. Con Manu Schlindwein, per esempio, che è il co-produttore: abbiamo lavorato insieme a stretto contatto ed è stato di grande sostegno nella realizzazione delle mie idee.
Ascoltando il tuo album “Love, sweat and tears” sono due i pezzi che hanno continuato a girare nella mia testa (in senso positivo!): “I Can’t Help Myself” e “A Little Eternity”. Mi piacerebbe conoscere come sono nati e quale messaggio volevi trasmettere.
“I Can’t Help Myself” racconta del perdono verso noi stessi quando falliamo e ci invita a non perdere mai la speranza nei nostri confronti, per quanto male possiamo sentirci. È proprio quando ci troviamo nelle situazioni più spiacevoli che abbiamo maggiormente bisogno della nostra capacità di essere pazienti con noi stessi e di continuare ad amarci. Solo in questo modo potremo davvero condividere l’amore con gli altri.
“A Little Eternity” è un pezzo nato dall’incontro casuale con diversi artisti all’angolo di una strada a Colonia, città in cui, d’estate, tutti passano la giornata all’aperto finché è possibile. Abbiamo cominciato ad improvvisare e in quel momento mi venne in mente quella che poi è diventata la prima strofa della canzone, che ha poi viaggiato insieme a me e continuato a crescere e a svilupparsi. Sono convinta che sia proprio nei momenti in cui ci connettiamo ad altre persone che non abbiamo mai visto, ma con le quali ci troviamo immediatamente a nostro agio, che qualcosa di inaspettato e di magico accade. Intuiamo che è qualcosa di fugace e ci fa apprezzare la vita in quel momento.
Immagina Mariama di sedici anni, impegnata a scrivere la sua prima canzone: guardandoti ora, cosa le diresti?
Probabilmente le direi di non aver paura di fallire, perché ogni fallimento porta con sé un insegnamento, la capacità di adattarsi e di continuare a crescere. Le direi di non sperare che sia qualcun altro a fare scelte al suo posto: ognuno di noi sta già facendo le proprie scelte, nessuno possiede le risposte. Le suggerirei di ascoltare le proprie intuizioni e di continuare a cercare il suo percorso. Che si goda le piccole e semplici cose della vita, che faccia ciò che ama, non solamente in ambito musicale, e che non cerchi approvazione dall’esterno. Che stia vicina alle persone, che sia gentile e di buon cuore. E che si alleni con la chitarra un po’ più spesso.
Maggiori informazioni sul sito
www.trasparenzefestival.it
Trasparenze Festival
presso il Teatro dei Segni di Modena, Via San Giovanni Bosco, 150/b