L’avventura di #mobastacemento ha inizio a fine luglio quando in risposta all’Amministrazione comunale di Modena, che approva la delibera che permetterà la variante al progetto per la costruzione di un nuovo comparto residenziale nel quartiere Vaciglio-Morane, nasce la petizione online. La petizione, che ad oggi ha raccolto quasi 4.000 firme ed è ancora attiva, porta con sé una lettera indirizzata al Sindaco della Città di Modena Gian Carlo Muzzarelli e per conoscenza ad Anna Maria Vandelli (Assessore all’Urbanistica, Edilizia, Politiche abitative, Aree produttive), a Giuliana Urbelli (Assessore al Welfare e coesione sociale, Sanità, Integrazione e cittadinanza), a Giulio Guerzoni (Assessore all’Ambiente) e a Gabriele Giacobazzi (Assessore Lavori pubblici e patrimonio, Mobilità, reti e infrastrutture):

La realizzazione di 500 nuove abitazioni non risponde, a nostro parere,  a nessuna necessità della città, ricchissima di immobili sfitti o fatiscenti da recuperare (i dati di gennaio 2017 parlano di 17.000 case sfitte a Modena, pari al 18% circa del totale delle abitazioni presenti in città), mentre provoca una grave perdita di aree verdi, indispensabili per contrastare le invivibili temperature estive, l’inquinamento atmosferico, il dissesto idrogeologico.

A tal proposito giova ricordare esiste un disegno di Legge del Governo in materia di “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, il quale pone l’attenzione sull’esigenza di un cambiamento del ciclo edilizio che sposti l’attenzione sulla rigenerazione dei tessuti urbani, sulla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio esistente.

In questa situazione, alla crescente domanda di abitazioni che prevedano un affitto popolare ed accessibile , la risposta della nostra amministrazione non dovrebbe essere quella di costruire nuove abitazioni su terreni verdi, ma l’attuazione di strategie edilizie che consentano la fruibilità di spazi ad oggi non utilizzati da parte di cittadini bisognosi, attraverso, ad esempio, politiche di sostegno del reddito.

Chiediamo pertanto di fermare questo progetto e di intraprendere piuttosto percorsi alternativi che non prevedano consumo di suolo ma il recupero di quanto già costruito e/o l’utilizzo dei moltissimi edifici vuoti (Zona Maserati, Ex Manifattura Tabacchi, Villaggio Artigiano, Zona Ex Mercato bestiame etc.).

Questo è solo l’inizio di una lunga protesta che si è subito diffusa su Facebook, attraverso il gruppo #mobastacemento – Comitato Salvaguardia Modena, e in rete con il sito mobastacemento. Alla petizione, hanno iniziato ad aggiungersi, sopratutto grazie al gruppo Facebook, diverse iniziative tra cui la realizzazione di una mappa interattiva di luoghi ed edifici abbandonati a Modena, in costante aggiornamento, che riporta la localizzazione di aree abbandonate, senza distinzione fra proprietà pubblica e privata, (alcune delle quali sono vincolate ai sensi del d.lgs 42/2004) potenzialmente utilizzabili per scopi socialmente utili e per porre rimedio all’intensa cementificazione che ormai vede Modena ai primi posti in Italia.

 

La protesta attraversa il caldo di agosto e, al rientro dalle ferie, inizia ad avere maggiori attenzioni, sia da utenti Facebook modenesi che dai giornali locali. Il gruppo Facebook, che ad oggi conta quasi 1400 iscritti, diventa vivo, attraverso la segnalazione dei luoghi lasciati a sé stessi ma sopratutto aprendo riflessioni e dibattiti su articoli di giornale vecchi e nuovi, su documenti ufficiali e su vicende reali che fanno estendere l’ambito di interesse alla sola realtà del comparto Vaciglio-Morane. Alcune di queste riflessioni vengono estrapolate e portate fuori contesto, facendo nascere l’esigenza di ufficializzare in qualche modo il comitato, compito affidato a Gianmario Sannicola:

Gli eventi e le discussioni degli ultimi giorni impongono qualche chiarimento ed una evoluzione.
Il “Comitato Salvaguardia Modena – Mobastacemento” non ha una struttura formale;
ci sono però delle persone che hanno dato vita alla petizione, alla mappa interattiva ed al gruppo facebook che sono Pietro Rivasi e Gianmario Sannicola (in ordine alfabetico per cognome); c’è inoltre Mazz Elia che per ragioni di fiducia e grande supporto è diventato amministratore del gruppo Facebook.

Quindi le comunicazioni ufficiali, ad oggi, escono attraverso questo ristretto gruppo di persone che si interfacciano quotidianamente con chi da vita a questo spazio virtuale.

In questa fase riteniamo sia meglio così per poter avere controllo della comunicazione del gruppo e cercare di mantenerne l’indipendenza, (cosa che a quanto pare sta a cuore a molti dei partecipanti), date le diverse richieste di “fare attenzione alle strumentalizzazioni”.

Un altro chiarimento che a questo punto è diventato indispensabile, è quello in merito agli scopi ed all’ indirizzo di questo Comitato, che come si è già cercato di spiegare, ha a cuore non solo il destino di Vaciglio ma anche di tutte le altre aree F, così come la tutela dell’ambiente in senso più ampio e la volontà di proporre una urbanistica completamente differente rispetto a quella, secondo noi, priva di ogni sostenibilità e pianificazione che continuiamo a subire e che sta facendo danni non solo in termini ambientali ma anche sociali.

Questo comunicato viene seguito dalla realizzazione di una pagina Facebook: Mobastacemento – Comitato Salvaguardia Modena e dalla pubblicazione di un manifesto:

La vicenda del nuovo progetto edilizio nel quartiere Vaciglio è solo la punta di un iceberg ben più ingombrante che anziché essere sommerso, grava sulla testa di tutti noi.
Le migliaia di case sfitte e di aree abbandonate anche in prossimità del centro storico dimostrano quanta necessità di recupero ci sia nella città costruita.
Investire in Aree F (parti di territorio destinate ad attrezzature e impianti di interesse generale) sottrae risorse ed energie al recupero e crea un pericoloso vuoto: quello del degrado che sarà sempre più difficile recuperare.
Abbiamo discusso a lungo prima di elaborare questo documento considerando, nel limite del possibile le opinioni di tutte le persone coinvolte, e siamo giunti tutti a queste conclusioni che speriamo possano essere la base di ulteriori e più dettagliate riflessioni: una politica urbanistica che nel 2017 sacrifica territorio e investe in infrastrutture di rete per favorire gli spostamenti su gomma nonostante le direttive europee sulle emissioni, i costi in costante aumento di assicurazioni, pedaggi, parcheggi e carburante per noi rappresenta il degrado;
una politica urbanistica che senza alcuna necessità modifica il territorio incidendo negativamente sulla qualità dell’aria e della vita oltre che sulla già precaria situazione idrogeologica del nostro territorio, è quello che noi definiamo degrado;
una politica urbanistica e ambientale che sostanzialmente privilegia investimenti in spese mediche o in operazioni di emergenza in caso di disastri naturali, rispetto alla tutela preventiva della salute dei cittadini rappresenta per noi il degrado.
Degrado è mettere in competizione le varie catene di grande distribuzione, penalizzando sempre di più le attività di quartiere, imponendo spostamenti in auto, provocando una costante diminuzione della qualità dei prodotti e dei salari dei lavoratori del settore;
degrado è quel sistema per cui l’Amministrazione comunale trova convenienza nel rendere edificabili aree verdi e le imprese edili hanno interesse a costruire, mentre nessuno si preoccupa che i nuovi edifici siano davvero necessari e vengano utilizzati;
stigmatizzare situazioni di povertà e marginalità, anziché favorire percorsi di inclusione sociale, così come gestire in modo evidentemente fallimentare con il solo strumento del controllo poliziesco problematiche relative a spaccio di sostanze e prostituzione, animate dal noto meccanismo della domanda e offerta, è per noi il degrado.
La città moderna, la città all’avanguardia, la città modello che amministratori accorti avrebbero dovuto garantirci non già nel presente, ma da qualche anno, salva il suolo e fa lavorare le imprese sul recupero innovativo degli spazi;
investe seriamente nel trasporto pubblico pulito e nell’uso delle biciclette;
investe nella riduzione dei rifiuti e nel loro recupero, come nelle energie rinnovabili anziché derogare e potenziare un inceneritore, in palese conflitto di interessi tra guadagno delle partecipate e danni all’ambiente ed alla salute dei cittadini.
Abbiamo ancora molta strada da fare, abbiamo in mente un dialogo costruttivo e trasparente con l’Amministrazione comunale, confidando di trovare nei nostri interlocutori la concreta volontà di anteporre salute, salvaguardia ambientale e urbanistica agli interessi di parte.
Una città vivibile è una città moderna, una città moderna è la Modena che vogliamo.
Modena, 12 Settembre 2017
#mobastacemento continua la propria protesta che acquista sempre più partecipazione e attenzione. Nasce nel gruppo l’esigenza di iniziare a concretizzare questa protesta, arrivando così ad oggi, giovedì 21 settembre, dove dalle 21 prenderà vita la prima protesta reale e concreta del gruppo: una biciclettata/passeggiata che, partendo da strada Vaciglio Sud 1123 (all’inizio del ponte della ciclabile), percorrerà il perimetro dell’area in questione, arrivando in strada Vaciglio 700. Ai partecipanti della protesta pacifica, bambini, giovani, adulti ed anziani senza esclusioni, è stato richiesto di portare luci a led, torce elettriche, oggetti luminosi e tutto ciò che può contribuire a dare luce e colore alla serata (purchè non inquini!). Il tragitto può essere percorso in bici, a piedi e con qualsiasi altro mezzo di trasporto sia consentito dal codice della strada.
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L’appuntamento di stasera è stato preceduto da una “chiamata alle armi”. #mobastacemento ha infatti rilasciato nei giorni scorsi una lettera che invita le associazioni e le realtà modenesi che da sempre hanno dimostrato interessi per la salute e l’ambiente, e che ancora non si sono espresse, a prendere parola sul tema caldo che tocca questi punti nell’ultimo periodo.

Sono già numerose le realtà che si sono attivate a sostegno della campagna e dell’evento, come ad esempio l’Associazione Medici per la Salute ISDE, Legambiente, il Comitato Villaggio Giardino, Lav Modena, Italia Nostra, Ciclofficina Modena, FIAB e ad oggi sono in corso incontri fra vari comitati cittadini che stanno discutendo tempi e modi per unirsi fra loro.

Ma non è abbastanza per noi.

Modena è ricca di realtà che da tempo si spendono legandosi ai temi dell’ambiente e della salute in relazione all’urbanistica, tornati di forte attualità e urgenti, come dimostrato dalle mappe ARPA sulla qualità dell’aria, dai dati sui consumi di suolo e dati sulle case sfitte e sui luoghi abbandonati.
Questa riflessione ci ha spinto a domandarci dove siano queste realtà in questo preciso momento, a chiederci quale sia il loro pensiero.
Vorremmo invitarle perciò, una per una, a prendere una posizione pubblicamente, dimostrando che nel momento in cui c’è bisogno di fare fronte comune a tematiche care a tutti, nessuno si tira indietro.

L’appuntamento è quindi per stasera e noi di MoCu – Modena Cultura cercheremo di esserci.