Radioantenna1 è una radio libera, un cane sciolto capace, in 40 anni di attività, di creare un branco fedele solo a quella musica che nessun altro trasmetteva; una proposta alla quale sono state strappate le vesti alla moda.
Nata nel 1977, negli anni esplosivi del punk delle proteste giovanili e anche degli anni di piombo, da un gruppo di ragazzi dall’incontenibile voglia di urlare “la loro”, liberi da qualsiasi compromesso, tant’è che i finanziamenti non sono mai arrivati dalle pubblicità ma autofinanziandosi con serate nei locali; già, perché sono tanti i locali per cui sono passati:
il primo fu un’acetaia dismessa a Castelvetro, il Pakko, dove fra i tanti suonarono anche i Litfiba, i CCCP Fedeli alla Linea, gli Opposition, i Sex Gun Childre… poi Il Mascotte di Nonantola (attuale Vox), l’Albert Hall a Castelvetro, l’esplosione all’Oasis Club, il Condor, il People, il Vibra e l’Off.
Una proposta culturale che è stata capace d’esser trasversale nel corso degli anni, toccando svariati generi musicali che sono stati rappresentativi per diverse generazioni, dal punk del 1977 al grunge degli anni ‘90, senza però precludersi la possibilità di espandere i propri orizzonti, toccando quindi altre correnti molto significative come il Krautrock e le sperimentazioni elettroniche, da dancefloor o meno, che si sono sviluppate nel corso degli anni ‘90 fino ai giorni nostri.
Antenna1 è stata ed è tutt’ora una tana sicura per il suo branco e come racconta Giovanni Lindo Ferretti : “Le persone che stavano intorno a questa radio erano le persone giuste per una storia che stava iniziando”.
Una storia piena di personaggi incredibili come DJ Soneek Max, (Massimiliano Teneggi), figura di riferimento per la scena musicale giovanile modenese dagli anni ’80 fino alla sua prematura scomparsa nel 2010, un vero precursore per la scoperta di stili innovativi: Max, aveva il dono di capire prima di tutti cosa tra ciò che il panorama musicale offriva, sarebbe piaciuto nei locali; un esempio: quando uscì Supersonic degli Oasis (il debutto della band) la mise in serata la stessa settimana perché era convinto che avrebbe funzionato, e così fu.
Percorri la storia attraverso le didascalie che accompagnano le foto della gallery. Un ringraziamento speciale ad Alessandro Corbelli per la conservazione delle immagini.
A Max è stata dedicata la Soneek Room Fonoteca – Massimiliano Teneggi a Casa Corsini, inaugurata Sabato 9.
La Soneek Room è uno scrigno, contenente tutti i preziosissimi vinili di Massimiliano, quegli stessi vinili che hanno segnato i gusti musicali di una generazione, frutto di anni di ricerca, di biglietti aerei presi per quelle capitali europee che dettavano le leggi musicali (quando ancora andare a Londra non era proprio low cost).
La Soneek Room è aperta tutti i mercoledì sera con accesso gratuito su iscrizione, dalle 21.00 alle 23.00
Dietro Giovanni Lindo Ferretti intravediamo l’opera L’apocalisse di Giovanni dell’Artista Andrea Chiesi, anch’esso parte del branco di Radioantenna1
Domenica 10 settembre 2017 si è concluso il Qurantenna1 festival e noi di Mo.Cu., tra un salto e una birra, abbiamo raccolto questo…
Tutto il lavoro svolto attorno alla celebrazione è stato un frammento tangibile della vibrante storia di quella che non è soltanto una radio bensì un vero collettivo spontaneo di persone che, col tempo, si sono susseguite nel prendere parte a qualcosa di sentito e viscerale. In particolare, la proposta musicale è stata curata in modo tale da sottolineare passato, presente e futuro di Antenna1 non in maniera rigidamente schematica ma rendendo possibile il contatto tra sfumature diverse, proprio come le persone stesse, comunicando, si contaminano tra loro.
Così, se il passato è stato rappresentato da due band storiche della zona come Lomas e Paolino Paperino Band (video con parti del concerto disponibili sulla nostra pagina Facebook), ovvero due gruppi punk che ribadissero il sentimento originario che unì i fondatori e i primi ascoltatori, salta subito all’occhio come le suddette band siano cambiate nel tempo e come le nuove leve siano diventate parte fondamentale del tutto. A seguire, il dj set finale “OASIS Club 1993-2003 a night to remember” ha suggellato la serata; un tributo alla discoteca simbolo di una generazione composta da persone che durante il giorno richiedevano i brani alla radio telefonando da casa o dalle cabine telefoniche in attesa del fine settimana dove si sarebbero riuniti per ascoltarli nuovamente e condividerli insieme.
La seconda serata ha visto salire sul palco elementi che musicalmente sono maturati, in un passato più prossimo, a partire dalla fine degli anni ’90. Dai giovanissimi e sorprendenti Mood, allo stile più cantautoriale di Giancarlo Frigieri per proseguire con Fabrizio Tavernelli fino ad arrivare ai veterani e più blasonati Julie’s Haircut, è impossibile trovare un filrouge che li colleghi tutti senza scadere in banalità. Forse possiamo solamente affermare che il tema più ricorrente di Sabato 9 Settembre sia stata la diversità e, al tempo stesso, la voglia di dare una continuità tra ciò che è stato detto e ciò che c’è ancora da dire.
Se pensiamo a Venerdì come al giorno del festival in cui si sono volute esaltare le radici e a Sabato come il proseguimento più complesso del dipanarsi di un discorso, allora potremmo vedere nella Domenica lo stato attuale delle cose. L’interessante selezione, nata dalla collaborazione con YouthLess Fanzine, comprendeva le melodie struggenti della modenese Her Skin, l’incontro tra slacker pop e synth proposto dai reggiani Catalog, i brani decisamente folk del veronese Tobjah, l’aggressiva malinconia rock dei correggesi Gazebo Penguins e il caleidoscopico groove dell’italo-canadese Bruno Belissimo. L’eterogeneità e, contemporaneamente, l’età molto bassa dei musicisti sono, a mio avviso, gli elementi dominanti della kermesse e la scelta di essi è stata una perfetta rappresentazione di ciò che è maturato nel percorso intrapreso 40 anni fa.
Dal blog Bar Snob di uno dei D.J. (Antonio Zanoli):
Non sono venuti tutti, non abbiamo fatto ascoltare tutto, non ci siamo ricordati di tutto e pezzi fondamentali sono purtroppo rimasti in disparte, ma ritengo sia comunque stata una favola. Una favola voluta da un gruppo di persone che insiste nonostante le difficoltà…
E noi non possiamo che sperare in altre edizioni di questo festival per ascoltare ancora, e ancora tutti quei pezzi fondamentali restati in disparte.
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