Ultimo appuntamento con le passate edizioni di Trasparenze Festival raccontate attraverso il romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino. Vi ricordiamo che potrete leggere gli elementi che compongono ogni racconto in due modi: scegliendo di seguire la linea temporale delle edizioni, oppure, al termine della pubblicazione di tutti e cinque i livelli, potrete leggere solo gli elementi relativi ad una edizione, ritrovandola in tutti i racconti pubblicati.

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In una Modena quasi deserta, Marco Polo incontra Stefano , direttore artistico del Teatro dei Venti, e ascolta il suo racconto su ciò che è andato in scena fino a quel momento.

Osservo Stefano preparare le sue cose. Ha fretta di tornare indietro. Vedo i suoi occhi che brillano: è felice. È giunta una missiva, da lontano. Dice che il tempo è oggi. Che la vita ha ripreso a fluire. Lentamente, certo. Ma la scintilla ha ripreso a battere. E lui deve andare, dice. Deve far presto. Gli chiedo ancora tempo. Gli dico che i patti erano di cinque racconti. Che oggi è il quinto ed è l’ultimo. E me lo deve. Mi sento un po’ ridicolo: la mia idea di ieri, quella di portarlo con me. non ha più senso. È irrealizzabile: vuole andare a Gombola. Lì c’è un’ultima comunità di uomini e lì finalmente potrà portare il suo teatro. Ancora una volta e per chissà quante altre volte ancora.

Marco Polo

 

Edizione 2016 – Le città e i segni

Il 7 maggio 2016, presso il Čajka Teatro d’Avanguardia Popolare, è andato in scena H + G di Teatro della Ribalta / Accademia Arte della Diversità: sul palco, affiancati dalla danzatrice Chiara Michelini, si sono alternati artisti “di-versi”. Quale segno ha lasciato sul pubblico un lavoro come questo?

H+G è la fiaba di Hansel e Gretel messa in scena dal regista Alessandro Serra, uno spettacolo adatto a un pubblico di tutte le età, con gli artisti dell’Accademia Arte della Diversità. Questa compagnia stabile, guidata da Antonio Viganò, è un esempio di come il teatro sia davvero un mezzo per superare le condizioni di svantaggio, i luoghi comuni e le etichette, dove il metro è determinato dal fare e dalla ricerca della bellezza. Gli spettatori, come testimoni, sedevano ai due lati della scena. In mezzo, un lungo sentiero di ferro e ruggine connetteva i due poli del cammino iniziatico, la casa di legno e quella di marzapane. Come recitavano le note di regia “Solo l’esperienza della perdita e l’attraversamento della paura che essa comporta ci schiude la soglia della salvezza che altro non è che un ritrovarsi. Bisogna imparare a crescere per poter tornare bambini.”

H+G Trasparenze 2016 Teatropersona MoCu Modena Cultura
Fotografia: Compagnia Teatropersona

 

Edizione 2018 – Le città e il desiderio

Tre delle precedenti domande su questo tema avevano come soggetto la relazione tra “Le città e il desiderio” con il giovane Stefano Tè, il quartiere del vostro teatro o le compagnie ospiti del Festival. Ora mi piacerebbe indagare la relazione che il desiderio per il teatro ha avuto con il pubblico: c’è stato un luogo del festival, uno spettacolo o un laboratorio che maggiormente ti ha fatto sentire il desiderio del tuo pubblico?

I Teatri Mobili, con un bus e un camion adibiti a teatro, che ospitavano al loro interno spettacoli per soli 35/40 spettatori alla volta, oltre alle repliche durante le giornate del Festival. “Antipodi”, uno spettacolo che comprendeva più linguaggi, dalla musica al teatro d’ombre e di figura, e il sorprendente “Manoviva”, che creava un microcosmo dove solo le mani raccontavano, senza parole. Ma non erano solo gli spettacoli, deliziosi, era tutta la loro permanenza quotidiana ad attrarre il pubblico, a completare l’immagine e il senso della piazza di Trasparenze 2018.

Trasparenze Festival 2018 Chiara Ferrin MoCu Modena Cultura
Fotografia di Chiara Ferrin

 

Edizione 2017 – Le città e la memoria

In questa edizione, presso l’area del festival era presente l’installazione “Cabine Telefoniche Letterarie”, un progetto di Teatro Magro: inserendo una moneta, era possibile ascoltare un brano di un libro selezionato. Che risposta ha avuto un progetto come questo?

Nella drammaturgia del Festival abbiamo sempre alternato spettacoli per un ampio pubblico con interventi per pochi spettatori, anche per singoli. Il progetto di Teatro Magro era stato selezionato dalla Konsulta per la sezione Spazi Urbani, come installazione e come performance che creasse un flusso, una situazione, che abitasse il festival con una presenza e non solo come un evento. Un’idea un po’ retrò, quella della cabina telefonica, ma che già raccontava e faceva fare un viaggio nel tempo anche con la sola presenza, retaggio di un passato senza smartphone.

Trasparenze Festival 2017 Chiara Ferrin MoCu Modena Cultura
Fotografia di Chiara Ferrin

 

Edizione 2019 – Le città e il cielo

Questa volta ho scelto un luogo che per sua natura di cielo ha ben poco: il carcere. Con il Teatro Ebasko, il 3 maggio 2019, presso il Carcere di Sant’Anna, è andato in scena l’esito del laboratorio condotto coi detenuti. Alla luce anche degli ultimi eventi che hanno investito questo luogo, potresti parlarmi del percorso che hai fatto con loro e di quello che è stato portato in scena in questa edizione di Trasparenze Festival?

Teatro Ebasko è una giovane compagnia under 30 che abbiamo accompagnato per tre anni in un percorso di affiancamento professionale, dal punto di vista artistico e organizzativo, come in una bottega artigiana. Il loro regista, Simone Bevilacqua, è stato assistente in tutti gli spettacoli del Teatro dei Venti, ha seguito con me i laboratori in Carcere, portando avanti diverse sessioni di lavoro in autonomia. Il laboratorio intensivo che hanno condotto a Trasparenze nel 2019 è stato l’esito di questo percorso. Il Carcere è un orizzonte di lavoro fondamentale per il Teatro dei Venti, e nel Carcere confluiscono i nostri progetti artistici e i percorsi di accompagnamento professionale, per i detenuti e per gli operatori teatrali. In Trasparenze proponiamo alcuni importanti momenti di apertura di questo dialogo col Carcere. Dal 5 al 7 maggio 2020 per Trasparenze avremmo realizzato il primo Festival del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, con un Forum che prevedeva la partecipazione di oltre 250 ragazzi delle scuole superiori, con gli spettacoli e le dimostrazioni di lavoro delle realtà che aderiscono al Coordinamento, un seminario all’interno di Sognalib(e)ro, progetto nazionale sulla lettura e la scrittura. Nelle tre giornate sarebbe andato in scena il primo studio di “Odissea”, nuovo lavoro del Teatro dei Venti all’interno del progetto europeo “Freeway”. Il viaggio di Ulisse in un bus navetta che avrebbe condotto gli spettatori all’interno delle Carceri di Modena e Castelfranco Emilia. Un flusso poetico di quattro ore, senza i consueti controlli all’ingresso. Una drammatizzazione armoniosa, un attraversamento fluido delle diverse vicende dell’opera e dei luoghi della città, tra questi le carceri, mutate in teatro, al servizio del teatro. Un progetto che è pratica dell’Abitare Utopie. Davvero un evento extra-ordinario, che aveva già ricevuto l’autorizzazione della Direzione e degli altri organi competenti, frutto della fiducia e del lavoro meticoloso svolto in questi anni. Stiamo lavorando per renderlo possibile nel 2021, ma intanto abbiamo adattato il progetto Odissea alle condizioni dell’emergenza covid, con uno versione video, Odissea Web, nata per raccogliere gli esperimenti fatti durante i laboratori e le prove da remoto, utilizzando la webcam come occhio e nuovo punto di vista sul racconto.

Compagnia Teatro Ebasko Trasparenze Festival 2019 MoCu Modena Cultura
Compagnia Teatro Ebasko, Cantieri 2018. Fotografia di Chiara Ferrin

 

Edizione 2020 – Le città e i morti

Nelle carte dei tarocchi la morte è un simbolo ambiguo: è inquietante per l’immagine che la porta con sé ma è anche un simbolo di rinnovamento e trasformazione. È un momento necessario, un cambiamento che permette di chiudere con il passato e guardare al futuro. L’edizione 2020 ha subito una brusca frenata di arresto per il momento storico che stiamo vivendo. Puoi parlarmi dell’edizione 2020 di Trasparenze festival scegliendo un luogo, un aspetto o uno spettacolo nell’ottica di quanto detto sopra?

Nel manifesto di Trasparenze 2019 una balena bianca trasportava in volo le case di un piccolo borgo, con diversi possibili livelli di lettura. Il Festival si intitolava “Muovere Utopie” e sanciva il debutto definitivo di Moby Dick e il primo spunto del futuro progetto a Gombola. Una abbondante nevicata fuori stagione, il 5 maggio, bloccò l’ultima giornata del Festival e l’arrivo in Appennino. Trasparenze 2020 si sarebbe dovuto intitolare “Abitare Utopie”, per sviluppare quell’idea della creazione di luoghi dell’inclusione, per rendere possibili i luoghi impossibilitati, il Carcere e un borgo dell’Appennino. Il Coronavirus e il doloroso momento di separazione che abbiamo vissuto hanno mandato a gambe all’aria questo progetto. Ripartiamo da una tabula rasa, dalle crepe e dalle fratture. Dopo un iniziale momento di incertezza abbiamo deciso che il Festival si svolgerà adattandosi alla condizione presente, ascoltando il nuovo contesto. Grazie ad ATER saremo a Gombola nei due fine settimana dal 31 luglio al 9 agosto, venerdì, sabato e domenica, con ingressi contingentati e un’attenzione ad eventi popolari, ma trasversali, teatro, danza, musica. Saranno con noi CollettivO CineticO, Vittorio Continelli, Andrea Cosentino, Cranchi, Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli, Ermanna Montanari / Teatro delle Albe, Peppe Servillo, Iaia Forte, l’Orchestra Toscanini NEXT, Raffaele Manco, Sanpapié, Zambra Mora. Agli artisti chiediamo di entrare in dialogo col luogo che li ospita, non un teatro, ma un borgo, che vivremo come spazio teatrale a cielo aperto. Nelle giornate dal 3 al 6 agosto saremo a Modena con il progetto Cantieri, in relazione con la città, con azioni urbane nel nostro quartiere durante il giorno e spettacoli di repertorio la sera. Abbiamo lanciato una Chiamata a livello nazionale per selezionare alcune compagnie in grado di sviluppare questo dialogo col territorio. “Agire come oro tra le crepe” è il titolo che abbiamo scelto per raccontare e ispirare il nuovo Festival. Ogni anno ripetiamo che potrebbe essere l’ultima edizione, perché Trasparenze è in continua evoluzione. La Konsulta e i Volontari che collaborano alla sua creazione insieme al Teatro dei Venti sono pronti a diventare Staff a tutti gli effetti, a guidare questo progetto, come un Bene Comune.

Teatro dei Venti Trasparenze Festival 2020 MoCu Modena Cultura
Gombola. Fotografia di Teatro dei Venti

 

Non mi resta che partire. Lasciare questa città, lasciare Modena. E proseguire il mio viaggio: verso nuovi luoghi, mete ancora inesplorate, distese infinite di sabbia, mare azzurro acceso. Ma i racconti di Stefano popolano prepotenti nella mia testa. Guardo il mio zaino. Guardo l’uomo che si allontana… E scelgo. Lo chiamo. I prossimi mesi li trascorrerò a Gombola.

Marco Polo

 

Gombola Trasparenze 2020 Contini Trasparenze Festival MoCu Modena Cultura
Ostello di Gombola. Fotografia di Contini

 

Trasparenze Gombola 2020 MoCu Modena Cultura
Trasparenze portami via, dopo la nevicata del 5 maggio 2019

www.trasparenzefestival.it
www.teatrodeiventi.it