“Ristorante Pizzeria Lo Scoiattolo” dice l’insegna un po’ retrò; se però cercate su Google troverete anche “Pizzorante Risteria Lo Scoiattolo” e una pagina Facebook non ufficiale, ma alla fine è una trattoria: insomma un caos, un simpatico caos.
Il gestore è Emiliano Mazzoni, un artista, un musicista, un oste, uno scultore, e nulla di tutto ciò: insomma un caos, un eclettico caos.
Parafrasando Nietzsche direi che“solo dal Caos può nascere una stella danzante” e mai frase più azzeccata per questo luogo.
Fin dall’inizio della chiacchierata vengo avvolto dall’Essenza di Emiliano che alla domanda “Qual è la storia di questo posto?” risponde con un “Quale vuoi che ti racconti?” come se potessi scegliere da un elenco tratto da “Le mille e una notte.
La trattoria nasce tra il 1970 e il 1971 per desiderio dei suoi genitori che volevano offrire un pasto caldo e delizioso ai viandanti di passaggio e agli abitanti di Piandelagotti. Le uova e la farina di quei monti miscelate a mano e tirate a cannella (matterello), i sughi cotti lentamente, gli ingredienti del territorio, la semplicità di una cucina che si divide tra Emilia e Toscana: questo è “Lo Scoiattolo”. Una cucina che ti avvolge fin da subito con i suoi profumi e poi con i suoi sapori, come la pizza alla Porcinella, una specie di schiacciata ricoperta da una meravigliosa miscela di funghi porcini, o i tortelloni ripieni fatti a mano, piuttosto che il tris di zuppe con influenze toscane. Una cucina ricca di Memorie e ingredienti del territorio, elementi genuini e saporiti come potrete trovare in davvero pochi luoghi.
Ma c’è un’altra cosa meravigliosa in questo luogo incredibile: l’arredo. Già, perché ogni singolo pezzo che vedrete, e credetemi sono un’infinità, ogni cartello, post-it, immagine, decoro sono nati dalle mani di Emiliano. Un locale pregno di pezzi di artigianato unici nei quali perderete i vostri occhi e allieterete il vostro spirito, poiché ogni cosa che ammirerete vi ruberà un sorriso.
Ho speso talmente tanto tempo a curiosare per tutto il locale che, alla fine, ho sentito la necessità di chiedere ad Emiliano da dove nascessero tutti quegli strani oggetti, partendo dai curiosi personaggi che abitano il giardino esterno. Emiliano è un collezionista di ferri e legni vecchi con cui poi “sciapina” (termine dialettale che significa “lavorare”. All’incirca) fino a costruire qualsiasi cosa ne venga fuori.
Un giorno creò un personaggio e lo mise fuori casa, il problema è che quando tagliava l’erba il fantoccio era sempre in mezzo ai piedi quindi lo spostò nel prato che si affaccia alla strada, notando che tutte le persone si fermavano a fotografarlo. Quella “cosa” non sapeva nemmeno come definirla, per lui era un gioco, un “qui ormai andavano via tutti e io ci ho messo lui, poi l’altro, poi loro”.
Già, poiché Piandelagotti ha vissuto, come quasi tutti i paesi di montagna, un fortissimo spopolamento per via della gente che preferiva la comodità della città.
Mi piaceva farli, tutto qui. Poi quando sembrava stessero diventando un progetto allora ho smesso e ho iniziato con altre cose.
É proprio parlando di queste piccole e grandi opere che scopro lo spirito di Emiliano, una persona di una semplicità disarmante, pura, nitida, uno di quei gioielli persi nel tempo delle cose rese complesse e dei paroloni altisonanti; lui è un ragazzo che porta avanti la tradizione di famiglia perché è nato in quel luogo e vive sulla propria pelle la responsabilità di continuare a dare vita ad un qualcosa che, una volta che si chiuderà la porta, probabilmente non esisterà più.
Ma dimmi: perché hai deciso di decorare così il locale? C’è qualche passione particolare dietro?
La sua risposta è stata immediata “Perché ho fatto la scelta di stare qui e visto che ormai è la mia casa ho pensato che dovevo starci bene”.
É difficile raccontare Emiliano senza farlo passare per quello che non è, forse proprio perché non è una persona da narrare, ma solo da vivere; sono le anime come la sua che lasciano ancora una speranza di estro e gioia in un mondo grigio che pensa solo alla conta dei soldi, o dei morti.
Dunque, concedetemi di darvi un consiglio: prendete posto ad uno di questi tavoli, ordinate un piatto caldo, una caraffa di vino rosso, guardatevi intorno, scrutate ogni millimetro di questo viaggio nella magia poi aspettate di vedere cosa accade, le conversazioni migliori arrivano un po’ per caso.
Uscendo dal locale ho sentito il vento sfiorarmi le orecchie: mi ha raccontato di viandanti provenienti da lontano che si sono seduti in questa trattoria per rifocillarsi a tarda ora, ritrovandosi poi con le luci soffuse e un uomo al pianoforte a suonare una dolce musica che lavava via la loro stanchezza. Non so se questa storia sia vera, so solo che il vento non ha mai mentito.
Allo Scoiattolo il fagotto che porto con me in questa avventura non sarebbe stato riempito perché trattasi di ristorazione e non di vendita al dettaglio, ma Emiliano mi ha aperto il suo cuore regalandomi un pezzo di sé attraverso il 45 giri del suo album, quindi ho pensato che se il cibo è musica per lo stomaco, allora la musica è cibo e “Cocktail 7” doveva finire nel fagotto.
Lo Scoiattolo
Servizi: Ristorazione e Pizzeria, Pizza d’asporto
Indirizzo: Via Casa Pasquesi, 2 – Piandelagotti (MO)
Zona: venendo da Modena si trova poco fuori Piandelagotti, appena dopo il Camping lo Scoiattolo, sulla destra. Non potete sbagliare, troverete un sacco di sculture al vostro arrivo.
Chiusura: Lunedì, Martedì, Mercoledì (Maggio e Novembre chiusura tutta la settimana)
Apertura: SOLO LA SERA dalle ore 16: Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica \ Luglio e Agosto tutti i giorni
Telefono: 0536967159
Prenotazioni: non è possibile prenotare un tavolo. (Ma Emiliano vi troverà sicuramente un posto)
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