Un festival importante, nato dal nobile intento di preservare quelle che sono le rappresentazioni concrete delle idee: le parole. «La parola è un impegno verso qualcuno». A questa frase, tratta dagli scritti parlamentari di Vittorio Foa, è ancorato il festival “Alfabeti, parole che affiorano”: 21 lezioni magistrali concentrate in tre giornate (1,2,3 giugno 2018), all’interno di suggestive location (piazza Ciro Menotti, piazzale Giovanni Paolo II della Basilica della Beata Vergine del Castello, Biblioteca Paolo Monelli al Palazzo Bla), tutte rigorosamente a ingresso gratuito.

Filosofi, economi, politici, giornalisti, professori, musicisti, sceneggiatori, registi, divulgatori, ricercatori: pensatori, giovani e non si impegnano a spiegare i significati più profondi delle parole perché le parole non sono semplicemente un mezzo convenzionale per comunicare concetti orali o scritti che siano; la parola come la rosa è composta da vari strati e sta a ognuno di noi, ad ogni singola persona con la sua unicità decidere fino a che strato spingersi cogliendo di volta in volta tonalità diverse.

Il festival inaugurato da Umberto Galimberti con la parola ‘amore’, per concludersi con il termine ‘parola’ per bocca di Alessandro Bergonzoni, presenta una scelta davvero apprezzabile, in quanto oltre ad alcune voci di pensatori più blasonati la programmazione prevede anche pensieri meno conosciuti, tra cui molti giovani creando così un orchestra polifonica che prospetta tutte le basi per un confronto a 360 gradi.

Tra gli autori tutto d’un fiato ricordiamo Michelina Borsari, fino al 2016 direttore scientifico del festivalfilosofia di Modena-Carpi-Sassuolo, alla quale viene affidata la parola ‘piazza’.
Luciano Canova, economista docente di economia comportamentale parlerà del concetto ‘felicità’ da un punto di vista davvero interessante. Franco Farinelli, presidente dei geografi italiani e direttore del dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’università di Bologna, dove insegna Geografia, ci parlerà del ‘paesaggio’. Il brillante gruppo Lercio che da anni fa il verso agli articoli tipici della stampa sensazionalistica, opponendosi al filone grottesco di false notizie riflette sulla parola ‘bufala’.
Poi vedremo Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale e appassionato divulgatore che tra le altre cose è stato incluso dal New Yorker tra i world changers, ovvero tra coloro che secondo l’omonima testata “sono destinati a cambiarci la vita”. E ancora Gustavo Zagrebelsky, magistrato costituzionalista di fama internazionale, dal 1995 presidente della corte costituzionale fino al 2004, e il giornalista e saggista Gad Lerner che parlerà di ‘razza’.
Si mette in gioco in prima persona anche Francesco Tosi, sindaco della stessa Fiorano, per anni docente di filosofia, con la parola ‘esattezza’.

 

Tanti sono gli autori e altrettante le iniziative. Tra queste ricordiamo, alla biblioteca Bla, l’incontro di cinque relatori che trattano le parole delle ‘Lezioni americane’ (1985) di Italo Calvino, da lui definite: “Proposte per il prossimo millennio”.

Le parole cercate e affidate agli stessi autori formano, nel loro insieme, quell’impegno etico, culturale verso il proprio futuro e quello delle nuove generazioni che, in qualche modo, ognuno di noi è tenuto ad assolvere.

Le parole non sono state affidate casualmente agli autori ma cercate da essi stessi, parole quindi che questi pensatori si portano dietro da diverso tempo per sviscerarne i significati più intrinsechi, che nel corso della vita sono diventate amiche.

Spiegano i curatori, Francesco Genitoni e Massimo Martino: «Le parole qui presenti non sono le nostre parole ma quelle trovate, suggerite, insieme a quelle che non pensavamo d’indicare e che lo stesso sono rimaste impigliate nella rete. Gli Alfabeti che proponiamo sono dunque una mappa disegnata da queste parole in grado di tracciare o meno una rotta, di sedurci, farci riflettere, oppure, di non smuovere alcuna delle nostre convinzioni. Alle persone e ai giovani, in particolare, che accoglieranno queste parole in arrivo, chiediamo rigore e stupore. Di avere la severità di Socrate che continuamente sapeva di non sapere – ed era, questa affermazione, tutt’altro che un atto di modestia – ma di lasciarsi pure andare, mantenendo l’ilare meraviglia di Totò e Peppino sperduti a Milano perché, in definitiva, anche «noi, vogliamo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?»

Raccomandiamo tutti di prestare attenzione: si possono vincere dei libri firmati dagli autori, attraverso la partecipazione di “Caccia alla parola”, ideata dall’esperto Marsilio Parolini.

Con la speranza che questa sia solo la prima di un susseguirsi di edizioni vi auguriamo un buon festival lasciandoci con un brano tratto dalle lezioni americane di Italo Calvino.

Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria di esperienze, di informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili

da Italo Calvino, Lezioni americane, 1988

Umberto Galimberti