Un tipo nomade, saggiamente ironico.
Mustafa Sabbagh nasce in Giordania ad Amman, Italo-palestinese da sempre intrecciato in un rapporto particolare con Modena.
Dopo una brillante carriera come fotografo di moda, riconosciuta dai magazines più prestigiosi del mondo, il suo cammino prende un’altra strada. L’artista, disfatosi di orpelli e patinate ipocrisie ci racconta di una Bellezza onesta; mostrandoci quanto i segni della realtà possano regalare attimi di pura estetica. La pelle è l’unico abito che ora interessa a Sabbagh e decide di penetrarla per mezzo della fotografia.
A quasi una settimana dalla chiusura della 41a edizione di Artefiera, le somme sono state tirate. L’edizione capitanata da Angela Vettese ha soddisfatto un po’ tutti: artisti, galleristi e visitatori. La fotografia, sempre più sicura nell’affrontare il mercato, alla pari dei linguaggi più tradizionali ha trovato anche quest’anno un ampio respiro.
Tra i progetti fotografici spicca, Made in Italy di Mustafa Sabbagh, recentemente esposto a Palermo in occasione dell’antologica allo ZAC ZISA e presente anche all’interno della collezione permanente del MAXXI, giudicato da Artribune fra le dieci opere da non perdere all’interno della piazza Artefiera.
Il dossier del progetto fotografico Made in Italy si racconta attraverso un metaforico linguaggio di marketing, probabilmente l’unica lingua internazionalmente conosciuta.
Sabbagh apporta il marchio Made in Italy© al prodotto F. Ma cos’è il prodotto F? F sta per futuro: questo prodotto sabbaghiano va ad aggiungersi alle familiari 3F che hanno reso grande il marchio del Made in Italy, Fashion, Furniture, Food. Il prodotto F, è una novità e si sa, come tutte le novità anche F è difficile da accettare. Qualsiasi cambiamento in principio fa fatica ad essere accettato, anche il migliore, e spesso serve solo del tempo.
In ambito artistico questo è sempre accaduto: nel pieno della loro carriera gli impressionisti vennero bistrattati, lo scandalo al salone d’autumne echeggia con persistenza nei manuali di storia dell’arte, eppure oggi sulle confezioni dei cioccolatini regnano le ninfe di Monet.
Serve solo del tempo?
I soggetti di Sabbagh, si presentano a noi uno a fianco all’altro, tanto diversi, nei colori nei tratti quanto simili nell’unità d’immagine. L’artista, volendo rimarcare l’uguaglianza dei soggetti/prodottoF, specifica nel dossier d’acquisto:
da qualsiasi tipo di uso e consumo si possa fare sottolineano quanto minime siano, ed esclusivamente attinenti al packaging, le differenze rispetto al prodotto di Denominazione di Origine Controllata, così per come l’abbiamo sempre inteso.