Quarto focus dedicato agli artisti presenti a Esposizione Orizzontale, l’appuntamento ormai immancabile con Bottega dei Gozzi che quest’anno si può visitare restando comodamente a casa grazie al sito realizzato ad hoc per l’occasione. Quest’ultimo approfondimento si occupa del gruppo fuse*.
fuse* è una compagnia di produzione indipendente operante in quell’area che si crea dall’incontro tra arte e scienza: indagano le possibilità espressive date dalle tecnologie digitali più sperimentali applicandole a progettualità creative. Sottolineano come il loro intento sia quello d’ispirare le persone, spostando i confini e cecando nuove connessioni. Con questo intento dal 2016 co-produce il festival di musica elettronica e arti digitali NODE. Nel corso degli anni il gruppo ha presentato le sue opere e produzioni a livello internazionale in istituzioni d’arte e festival.
Fuse*
Treu
Installazione audiovisiva
True, un’installazione audiovisiva che va a indagare i molteplici significati e le conseguenti implicazioni del concetto di fiducia; questo applicando alle immagini l’indicatore economico IFO Index. Attraverso la tecnica fotogrammetica date un’immagine all’andamento della fiducia applicando l’indicatore. Ce ne parlate?
La fiducia è un sentimento onnipresente nelle nostre vite e lo è stato fin dalle origini della specie umana. Ha influenza tanto nella sfera individuale quanto in quella collettiva e ci accompagna fin da piccoli nella formazione di una fiducia di base o base sicura – identificata dallo psicologo Erik H. Erikson e dallo psicoanalista John Bowlby con l’amore materno, il nucleo familiare. Una volta che questo è garantito, diventa possibile per l’individuo fidarsi del mondo esterno, credere alle altre persone, arrivando fino a condividere costrutti culturali più complessi come le istituzioni, la politica, l’economia. La fiducia ha quindi una forte influenza sulla nostra vita quotidiana e sulla percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo esterno.
Al fine di descrivere questo andamento a livello collettivo, abbiamo deciso di utilizzare l’IFO Business Climate Index: indicatore economico che ogni mese raccoglie più di settemila interviste a manager e imprenditori tedeschi; le domande riguardano la situazione attuale e le loro aspettative a sei mesi. L’IFO risulta essere un indicatore rappresentativo anche per l’economia europea e americana e tenta di misurare il livello di fiducia collettivo in un dato momento.
Nella prima parte dell’installazione abbiamo analizzato la serie storica dell’indice, mentre nella seconda, attraverso una rete neurale ricorrente e l’analisi di dati economici in tempo reale, viene fatta una previsione della fiducia nel futuro. I dati storici influenzano l’evoluzione visiva e anche sonora dell’installazione, la quale attraversa una serie di ambientazioni, paesaggi digitali, senza soluzione di continuità. Lo spettro di tali ambientazioni va dalla sfera intima e personale, rappresentata da mani e gesti, a quella collettiva, descritta attraverso spazi urbani, luoghi simbolo delle istituzioni e della cultura contemporanea. Per fare questo abbiamo utilizzato la fotogrammetria, tecnica che tenta di ricostruire digitalmente spazi e oggetti nel modo più fedele possibile alla realtà. Proprio questo scarto tra reale e ricostruzione digitale diviene lo spazio espressivo in cui andare a raccontare l’influenza emotiva fondamentale e instabile della fiducia.
In un periodo pieno di limitazioni il vostro pensiero è andato all’indagine sull’operato della Treuhandanstalt, l’agenzia che dal 1990 al 1994 è stata responsabile del trasferimento dei beni di proprietà statale a proprietà privata nella Germania dell’Est. Un caso?
Il tema ci è stato proposto a fine 2019 e in quel momento nessuno si sarebbe immaginato cosa sarebbe poi successo nel 2020. Il progetto è poi rimasto fermo fino a fine estate 2020 e nel frattempo l’esperienza del primo lockdown e in generale i risvolti sociali ed economici della pandemia hanno molto influenzato l’approccio in fase di creazione. Pensiamo che l’esperienza che stiamo vivendo ci abbia portato alla riscoperta della dimensione di fiducia più personale basata sul rapporto con le persone che ci stanno più vicine e su noi stessi. Non tutti purtroppo sono riusciti a trovare questa dimensione e pensiamo che questo problema avrà una risonanza e una eco anche alla fine dell’emergenza legata alla pandemia. Ragionare su come la fiducia possa influenzare i comportamenti delle singole persone e dell’intera collettività ci fa capire ancora una volta quanto siamo interdipendenti e quanto ogni nostra azione possa avere un impatto sul futuro.