Proseguono i nostri approfondimenti dedicati a Esposizione Orizzontale, l’appuntamento ormai immancabile con Bottega dei Gozzi che quest’anno si può visitare comodamente da casa grazie al sito realizzato ad hoc per l’occasione: www.bottegadeigozzi.it/controllo.
Tra i 37 autori legati dal filo comune del tema condiviso, CONTROLLO, oggi incontriamo 108, pseudonimo di Guido Bisagni, classe 1978. Storico esponente della scena italiana dell’arte urbana, laureato in disegno Industriale presso il Politecnico di Milano, è considerato uno dei primi e maggiori esponenti del post-graffitismo astratto a livello nazionale ed europeo.
108
Peste 2020
L’opera, intitolata Peste, si presenta come stratificazioni di umori che si espandono in una macchia astratta.
Un richiamo del termine in lingua inglese all’interno dell’opera come a imprimere l’universalità della condizione; uno stato quello che ci ha travolto da febbraio che ci vede tutti coinvolti. Dove ti trovavi quando l’hai realizzata?
Mi trovavo nel mio studio che si trova in casa mia ad Alessandria, come per la maggior parte del tempo da quando è iniziata l’epidemia e in cui mi trovo generalmente sempre quando non sono in viaggio.
In realtà l’ho realizzata nel periodo in cui i contagi e i morti erano diminuiti e il peggio sembrava essere già passato; l’ho chiamata Peste perché nei mesi precedenti avevo notato molte somiglianze con le pestilenze del passato. È un quadretto piccolo e confortevole, anche se magari sembra strano amo molto i piccoli formati.
Ho deciso di usarlo per questa mostra sul “controllo” perché questa situazione mi ha fatto riflettere molto, ancora una volta, sul comportamento dell’essere umano, per lo meno in Italia e in occidente. Per quanto io pensi di essere generalmente pessimista, la mia specie è riuscita a deludermi e sconfortarmi ancora una volta.
A parte un primo momento di paura, disorientamento e anche un po’ di speranza che questo avvenimento ci avesse insegnato qualcosa, ho iniziato a vedere i comportamenti più primitivi e stupidi nei miei simili. Nessun tipo di empatia e rispetto per il prossimo, insofferenza verso le più normali regole sociali di base, gente che gridava alla dittatura per restrizioni dettate da una situazione straordinaria, tutti che pensavano al loro piccolo orticello.
La cosa più sconvolgente non è stata il peso del controllo, ma il fatto che questo controllo sia stato necessario in una società di persone incivili e immature, un fallimento per la nostra società al completo e un ennesimo trauma per il mio modo di pensare tendenzialmente libertario.
I sondaggi sui libri più letti del 2020 vedono il rispolvero de La peste di Camus.
Talvolta può essere d’aiuto trovare dei precedenti nel passato. Tu lo hai letto?
No, non l’ho mai letto. È uno di quei libri che vorrei leggere da una vita e non l’ho ancora mai fatto.
Come dicevo prima, mi sono riletto molte testimonianze storiche sulle pestilenze del passato, specialmente quella del Seicento che colpì l’Italia del nord e ci ho trovato tantissime analogie. Sono passati quattrocento anni e comportamenti che fino all’anno scorso sembravano stupidi e primitivi si sono ripetuti esattamente allo stesso modo.
Le teorie del complotto che ai tempi accusavano streghe, ebrei e outsider vari, questa volta hanno preso di mira cinesi e orientali in generale (che però guarda caso hanno contenuto l’emergenza molto meglio di noi occidentali) in maniera arbitraria e razzista.
Come dicevo prima, insofferenza alle regole base del rispetto degli altri.
Se a Milano nel Seicento la gente uscì a festeggiare il carnevale, fregandosene dei divieti che considerava imposizioni dei ricchi sui poveri, questa volta abbiamo assistito alla gente che su Instagram piangeva il divieto all’aperitivo come il più grande attacco alla democrazia del secolo. Gente che non solo non ha fatto niente per dare una mano, ma che non voleva nemmeno rinunciare alle “bollicine” mentre migliaia di persone morivano (e muoiono) soffocate negli ospedali con terapie intensive al collasso.
Esposizione Orizzontale 2020 / Controllo. Focus #1 Enrica Berselli