Words on Wax è la nuova rassegna della Soneek Room, la fonoteca istituita in memoria ed onore si Massimiliano – Soneek Mx DJ – Teneggi (noi di MoCu ve ne avevamo parlato qui in occasione della riapertura). Dieci appuntamenti per riascoltare alcune delle perle contenute all’interno della collezione di cinquecento dischi in vinile custoditi all’interno della fonoteca in Casa Corsini, a Spezzano di Fiorano. Il 15 gennaio si è svolto il primo appuntamento dedicato a John Coltrane e al suo A love Supreme.
Ho avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con l’ideatore della rassegna e vincitore del Bando CREA per il progetto in fonoteca.
Ciao Cecc, ti va di fare quattro chiacchiere o te la mena?
Ciao Giuli, me la mena sempre ma è più uno stile di vita che uno stato mentale.
Com’è nato questo progetto?
L’idea è scaturita naturalmente quando ho letto il bando “Crea”, con il quale siamo poi stati in grado di progettarlo e farlo partire.
Parliamo un pò della rassegna. Con che criteri sono stati scelti i dischi?
I dischi sono stati scelti insieme agli amici e ai colleghi della radio: l’intento è quello di dare una lettura, il più ampia possibile, del fondo della fonoteca sia dal punto di vista delle sensibilità che delle decadi rappresentate.
Educazione all’ascolto integrale di un disco: pensi che manchi questa pratica oggi?
Per quanto riguarda l’educazione all’ascolto tendo a fare un discorso un po’ da “anziano”: la mia educazione si radica nell’Hip Hop che notoriamente è il genere musicale nato dalla mancanza di mezzi, il limite tecnico portato a valore per esprimere l’idea. La collezione dei dischi del papà che diventa l’orchestra del compositore/producer. L’avere 50/100 o più dischi in casa per me giovane, voleva dire conoscere tutto a menadito, sapere chi aveva suonato cosa e dove, scaricare un disco voleva dire tenere occupato il telefono di casa per due notti. Davo più valore a quello che ascoltavo. Ecco, credo sia questo che vorrei trasmettere ai giovani: vorrei aiutare a fare collegamenti per trovare nella musica passata la radice della musica che amano oggi e le diverse soluzioni ai problemi esistenziali.
E i giovani? È ancora possibile spronarli a un ascolto musicale consapevole come lo intende, passami il termine, la vecchia guardia o è un pensiero anacronistico?
Credo che la vecchia guardia, passandoti il termine, non abbia grandi possibilità pedagogiche se non quella di fungere da memoria e da anello di congiunzione con le nuove leve artistiche.
Entrando nello specifico della rassegna: hai scelto Coltrane per il primo appuntamento, perché?
Ho scelto di inaugurare la rassegna con “A Love Supreme” di John Coltrane perché è un disco riconosciuto da tutti come capolavoro del Jazz ed è ricco di spunti di discussione; ma le vere motivazioni sono state la cabala e la spiritualità. Chi come me ha lavorato e vissuto a contatto di Soneek MX ricorda la sua capacità di essere allo stesso tempo guascone irriverente e profondo spiritualista, amante dei Monty Python e studioso della Cabala. La Cabala appunto che ho usato per presentare il disco in fonoteca: Coltrane fa uscire il disco nel 1965 all’età di 38 anni, l’età che ho io oggi. Inoltre mi sono accostato a Coltrane alla stessa età che aveva Max nel 2004, quando si è consolidata la nostra amicizia. Ecco 5263023: questa sarebbe una cosa della quale avremmo sorriso ma che ci avrebbe fatto ripensare ancora una volta al potere della musica e della cultura in generale.
Hai detto che quando eri più giovane non riuscivi ad apprezzare Coltrane: serve quindi più maturità, non tanto per ascoltare ma per digerire e assimilare un certo tipo di musica?
Sicuramente. Tornando al disco, personalmente è servita una maturità maggiore per godere dell’ascolto, dieci anni fa non avrei avuto le orecchie abili a ricevere, ma questo come sempre è soggettivo: il nostro compito è continuare a proporre ascolti di cose di valore per trovare sempre qualcuno che in quel momento sia pronto ad accogliere.
E quanto, invece, la proposta culturale musicale può influenzare e aiutare a formare il gusto di una persona? Provo a spiegarmi meglio: il gusto di una persona spesso viene influenzato da ciò che la circonda poi, col tempo, trova stimoli diversi e scopre panorami che lo rappresentano di più. Quanto una proposta musicale può aiutare ad accorciare questo tempo?
Continuare ad essere stimolati negli ascolti è fondamentale per tutti, e per i giovani soprattutto; è stato prezioso per noi che abbiamo vissuto la radio da giovanissimi, potrebbe essere un valore per la formazione del gusto musicale dei giovani e per la voglia di cercare nel passato e di avere curiosità per il futuro. Il nostro compito, mi ripeto, è quello di continuare a “trasmettere” ovunque ci siano la possibilità e lo spazio.
Il prossimo appuntamento della rassegna?
La rassegna continua con Alessandro Corbelli che ci farà sentire, mercoledì 29 gennaio, “La Buona Novella” di Fabrizio de André.