Hanno iniziato a suonare insieme nel 2004 a Correggio e, tolti gli album divisi con band quali i Cani, Verme e Do Nascimiento, sono arrivati al loro quarto lavoro in studio, che si intitola Nebbia. Durante il periodo primaverile hanno suonato in tutta Italia per promuovere quest’ultimo disco e giovedì 22 Giugno, davanti a quello che credo sia il pubblico più numeroso visto finora all’estatOFF per un concerto estivo, sono andati in scena qui a Modena. Sto parlando di tre ragazzi (ultimamente quattro per esigenze di palco) nati in queste zone, che delle proprie esperienze personali hanno fatto tesoro riuscendo nel difficile compito di metterle in musica e creare qualcosa di sentito, viscerale e coinvolgente. Sto parlando dei Gazebo Penguins.

Gazebo Penguins @ estatOFF Modena

 

L’impostazione dello show è quella ormai collaudata negli ultimi mesi: la prima metà dedicata interamente all’ultima fatica in studio mentre nel resto dello spettacolo è stato lasciato spazio ai precedenti lavori del loro repertorio, andando a pescare soprattutto tra i brani più amati tra cui “è finito il caffè”, “il tram delle 6”, “difetto” e, immancabile come chiusura, “senza di te”. Da menzionare anche la piacevole sorpresa di “nevica”, che si trova nello split registrato con i Cani e chiamato “i cani non sono i pinguini non sono i cani”. Ma, andiamo con ordine…

 

Per quel che riguarda l’intensità e l’energia della performance, i Gazebo Penguins non si smentiscono: li ho visti una decina di volte negli ultimi 5 anni e non mollano mai il colpo. Partecipare ad un loro concerto è come assistere allo schianto tra due fronti atmosferici di pressione diversa e il risultato che si sprigiona dal palco è una tempesta che, invece della pioggia, dispensa una dose massiccia di sberle in faccia. Purtroppo però, per quanto riguarda l’esecuzione e la qualità del suono, stavolta ci sono stati alcuni aspetti negativi o, comunque, che non hanno funzionato a dovere. Probabilmente la causa principale è da attribuirsi ad un errato settaggio/bilanciamento degli strumenti e tra questi la principale a farne le spese è stata sicuramente la batteria. Tutto questo ha comportato un inaspettato e fastidioso distorto, anche senza che i volumi raggiungessero il picco. Altra nota dolente della serata è stata la voce di Sollo, decisamente non in stato di grazia e a volte addirittura stonata rispetto a quella di Capra.

A questo punto vorrei fare una piccola digressione su quello che è Nebbia, il quarto disco. Sebbene non abbia convinto del tutto molti estimatori di vecchia data dei Pinguini, trovo che l’album abbia il pregio di ricreare le atmosfere tipiche delle situazioni quotidiane ovattate, quando tutto intorno a noi è avvolto nella bruma. Sono ancora presenti alcuni dei tratti tipici della band tra cui il sound delle chitarre, aperte e rotonde nei muri sonori e graffianti nelle cavalcate, la pacca improvvisa e, nel complesso, la straordinaria capacità di riempire ogni spazio. In aggiunta a questo troviamo anche delle novità, come il synth, l’elettronica e le atmosfere dilatate che, in alcune virate, suonano decisamente post-rock. Un ulteriore cambiamento si avverte anche nei testi che sembrano aver perso parte della rabbia post-adolescenziale dei primi due album a favore di un mood più riflessivo e profondo, in cui angoscia e interrogativi tra i più intimi dell’animo umano pervadono tutto l’ambiente circostante come, per l’appunto, una coltre di nebbia.

 

In conclusione, i Penguins sono un gruppo il cui DNA è improntato quasi interamente alla dimensione live. Per gruppi del genere il palco è l’habitat naturale e, per quanto possano non essere in forma, non si risparmiano minimamente, dando tutti loro stessi nel creare coinvolgimento e trasmetterlo al pubblico. Certo, rimane il rammarico di aver assistito ad una prova sottotono per alcuni aspetti ma qualche stonatura non può cancellare la carica sprigionata dai correggesi e le emozioni che suscita una tale forza della natura.

Gazebo Penguins @ estatOFF Modena