Sabato 21 giugno, in occasione della Festa della Musica, siamo tornati finalmente ad ascoltare musica dal vivo dopo il blocco forzato di questi ultimi mesi. Potrebbe sembrare una cosa banale, eppure quest’anno non lo è assolutamente.
I concerti ai quali siamo abituati non esistono più, almeno al momento, e le novità sono tantissime: a partire dagli adeguamenti degli spazi di ascolto, all’acquisto dei biglietti fino ad arrivare ai comportamenti richiesti agli spettatori. Nuove norme che stravolgono il consueto svolgimento degli eventi: niente più parterre, niente più calca sotto palco, niente pogo. Ma, fortunatamente, le famose good vibes della musica, non sono sparite; anzi, se possibile, si sono anche amplificate. Ascoltando musica dal vivo si sollecitano tutti i sensi, anche il gusto, perché ogni concerto ha un sapore tutto suo. Diverso di volta in volta.
Proprio questo è successo sabato a la Tenda di Modena, dove il palco ha visto alternarsi due giovani artisti del Progetto SONDA, Hygge e Arianna Poli, in apertura del live del cantautore cosentino Cimini.
Un plauso va proprio a La Tenda per aver allestito all’esterno della struttura il palco, organizzando la platea nel pieno rispetto del distanziamento sociale, ma assicurando al tempo stesso la vicinanza con l’artista. Sedersi ed ammirare sullo sfondo il murales dipinto da Blu ed Ericailcane sul Pala Molza è stata una bellissima sensazione, maggiore se aggiungiamo l’aria di un luogo insolitamente all’aperto in una calda serata estiva, con il buio lentamente avvolgente.
Il primo a rompere l’impasse musicale degli ultimi mesi e a salire in pedana è il giovanissimo Hygge, Antonio Pietrapertosa, classe ‘99, originario di Potenza ma bolognese d’adozione. Cantautore e con un progetto da solista che ha visto la pubblicazione del suo ultimo pezzo “Rimini” poche settimane fa. Durante l’esibizione confessa di aver quasi perso le speranze sull’organizzazione di concerti quest’anno e quindi tornare alla carica per lui è la novità migliore di tutte. Mancano forse solo gli abbracci a fine concerto, quelli che aiutano a spazzare via la timidezza quando ci si ferma a chiacchierare e incontrare il pubblico.
A seguire è il turno di Arianna Poli, anche lei giovanissima, classe ‘99, originaria di Ferrara. Decide di intraprendere l’esperienza da solista nel 2017, accompagnata dalla sua fidata chitarra e dopo aver fatto parte di un gruppo alternative rock. Nel 2018 incide il suo primo disco “Ruggine” con l’aiuto di Samuele ‘Samboela’ Grandi (fonico e produttore) che la accompagna durante i live.
Di questa serata racconta di aver apprezzato l’intimità della situazione, con il pubblico seduto, quasi come se stesse assistendo ad un evento privato, attento a rispettare la sacralità del momento dopo gli innumerevoli giorni di silenzio. Tuttavia, ammette di aver sentito la mancanza di quel sano “caos” che vortica attorno ad ogni live e che rende tutto meno teatrale.
Infine, è il turno dell’ospite d’onore della serata: Cimini, uno dei cantautori più rappresentativi e riconosciuti della scena italiana di oggi. Ha da pochissimo partecipato anche al brano corale “Una canzone come gli 883” insieme ad altri importanti artisti italiani tra i quali proprio l’ex leader degli 883, Max Pezzali.
L’ultimo disco di Cimini “Ancora meglio” è stato pubblicato nel 2018 per Garrincha Dischi e come racconta scherzando in serata “siamo ancora qui a parlarne”. Tra i pezzi dell’album spicca “La legge di Murphy” che ad oggi conta oltre 6 milioni di ascolti e lo ha portato in un tour per oltre 200 date.
Viste le nuove normative, anche il suo concept live subisce qualche modifica: si tratta infatti di una performance acustica con l’accompagnamento di chitarra e pianoforte.
Una situazione nuova che genera un’empatia speciale tra l’artista ed il pubblico, come se entrambe le parti avessero bisogno di un “rito” importante, il concerto appunto. Certo mancano molte delle dinamiche legate al mondo degli spettacoli live, ma non è il caso di arrendersi e demoralizzarsi. Anzi, è l’occasione per sfruttare questa la nuova situazione e farne di necessità virtù.
Perché come ha detto lo stesso Cimini: “È stato bello, è stato strano, è stato necessario”. Poche parole, ma che rappresentano al meglio l’intera serata.
Forse è cambiata l’atmosfera dei concerti, il modo in cui partecipiamo, ma non le emozioni che proviamo, non la musica. La musica non cambia mai.
E tra le emozioni che vale la pena ricordare c’è n’è anche una triste, che ha scosso tutto il panorama italiano del cantautorato, quella legata alla recente perdita di un grande artista, Zagor de I Camillas, omaggiato in questa occasione sia da Hygge che da Cimini con la realizzazione di due pezzi storici della band. Un colpo allo stomaco sentire “La canzone del pane”.
Ma bando alla tristezza, perché il mondo della musica dal vivo sarà un mondo a colori: giallo per Hygge, blu per Arianna e verde, come la speranza, per Cimini.