Vi siete mai domandati come è fatto un cantautore? Se è realmente un essere estinto oppure se esiste ancora? Bene, se siete curiosi quanto me di scoprire i retroscena del panorama musicale italiano attuale, dopo ormai 5 anni risulta essere immancabile l’appuntamento con “Cantautori su Marte”, presso la Tenda di Modena. Promosso dal Centro Musica di Modena all’interno del Progetto SONDA, il format consiste in una serie di interviste informali guidate da Francesco Locane ad artisti del parterre nazionale su musica, cultura ed attualità, scavando a fondo nel cantautorato, nella composizione e nella diffusione delle canzoni di oggi tramite i nuovi canali digitali come internet e i social network. La rassegna di quest’anno ci ha fatto un regalo di Natale con due anticipazioni già nella seconda metà dell’anno: Vasco Brondi e Coma_Cose, il 5 e il 19 dicembre scorsi. Ahimè mi sono persa il primo appuntamento, ma al secondo non potevo proprio mancare.
Il palco anche quest’anno si presenta come un intimo salotto di casa arredato con colorate poltrone vintage, lampade dalle luci soffuse e pile di libri a fare da sfondo. Un ambiente familiare, proprio l’ideale per una chiacchierata tra amici.
Per quanto riguarda l’intervista ai Coma_Cose, California e Fausto Lama, inizia diretta senza tanti giri di parole da parte di Locane. E l’alchimia che c’è tra i due cantautori è palpabile. Si parte parlando del loro progetto musicale, a partire dal 2017, nato per una voglia di comunicazione estemporanea e guidato all’inizio da tantissima rabbia e voglia di rivalsa – in particolar modo da parte di Fausto dopo i suoi ultimi elaborati musicali – poi è subentrata la critica sociale. Infatti, nei loro testi si parla moltissimo della provincia, in particolare quella di Milano, per esorcizzare il mondo nel quale viviamo ogni giorno affannati. Viene raccontato quello dove potersi rintanare, dove ci si sente un po’ a casa. Come le vecchie caffetterie e i bar di quartiere.
Il fascino della comunicazione dei Coma_Cose non si limita alla scelta dei temi che vengono trattati all’interno delle canzoni, ma anche della scelta del linguaggio: i loro brani arrivano da una forte necessità espressiva, con frasi lasciate a metà che abbracciano diversi e differenti significati semantici, da poter interpretare o meno, e quanto più capire.
A tal proposito ci raccontano che un luminare ha studiato i loro testi ed è emerso che la parola che compare più frequentemente è cane, con tutte le sue declinazioni. Aneddoto curioso se, come hanno confessato loro, un cane non lo hanno ma puntano ad adottarne uno quanto prima.
Altro aspetto affascinante riguardo la comunicazione del duo milanese di adozione è l’averne il controllo totale. Infatti, nonostante sia una cosa anacronistica in un mondo guidato dallo streaming audio di musica, i Coma_Cose continuano a produrre videoclip. Tutti firmati da Fausto e realizzati con un investimento minimo. Lo stile, specialmente quello dei primi, strizza l’occhio ai lavori di Dario Argento: camera a mano, close up e video più veri, dove gli errori sono belli. Tuttavia, questo aspetto richiede moltissima pazienza da parte di California in quanto Fausto cambia continuamente idea su come e cosa vuole girare. La realizzazione dei videoclip delle loro canzoni per i due cantautori è talmente fondamentale che hanno un pezzo pronto, ma non lo hanno ancora pubblicato poiché il video girato non era giusto, non andava bene, e quindi ecco che riparte la macchina creativa di Fausto – assieme alla pazienza di California – e si gira un nuovo video. Locane chiede a questo punto quale per loro sia stato il videoclip più difficile; lei dice “Jugoslavia” mentre lui risponde con “Deserto”.
Quest’anno hanno pubblicato il loro primo album “Hype paura” che gioca sulla fonetica delle parole scelte (altro esempio di come tocchi a chi ascolta scegliere come e se interpretare la cosa). Si tratta di un album impegnativo che si è scritto in 3 – 4 mesi da solo, ma per arrivare alla sua realizzazione sono dovuti andare a pescare sensazioni, emozioni e fatti del passato in quanto, vista la rapida ascesa, la loro vita era in prevalenza costellata di concerti e poco niente, non molto interessante. Le canzoni che hanno aperto la strada al disco sono “Post Concerto” e “Nudo integrale”, entrambe particolarmente apprezzate dal pubblico, mentre il cuore dell’album batte con “Mancarsi”. Una canzone che, al contempo, mischia l’intimità con il concetto di paura, valorizzando quest’ultimo. Un pezzo che emoziona molto California, mentre rende un po’ più scettico Fausto.
Ovviamente non può mancare la proiezione di un videoclip – Mancarsi per l’appunto – durante la quale viene chiesto ai due ospiti di scegliere uno dei libri presenti alle loro spalle, senza che l’altro lo veda. Un gioco suggerito da Locane che permette di conoscere un altro piccolo pezzetto del cantante da una scelta letteraria. Ovviamente sono solo libri di musica e quindi Queen per California mentre Fausto ha scelto i Pink Floyd.
Una serata che, come tutte quelle di Cantautori su Marte, scivola dalle mani e ti lascia quel senso di calore tipico di una chiacchierata intima tra amici. Un progetto che avrà altri appuntamenti con diversi artisti nella prima parte dell’anno ma, che per ora rimane top secret! Non ci resta che attendere in trepidante attesa.
Infine, bisogna anche dire che il bello di questa rassegna è che è ad ingresso gratuito (ma fino ad esaurimento posti), roba non scontata ultimamente.