“Da simbolo di problematiche e degrado, a giardino del quartiere”: è questo il pensiero ricorrente nelle parole di chi nel tardo pomeriggio dell’ultima domenica agostana ha partecipato alla presentazione del progetto G124 Renzo Piano per il Parco XXII aprile di Modena. Un pensiero condiviso tra i residenti come tra le associazioni che operano nella zona e fino ai quattro giovani architetti che, coordinati dalla guida del professor Matteo Agnoletto, si sono occupati dello sviluppo del progetto. Se è vero che G124 porta con sé il prestigio legato a un nome del calibro di Renzo Piano, lo è altrettanto il fatto che abbia le caratteristiche di un progetto che “parte dal basso” con ascolto, confronto e collaborazione con chi il quartiere Crocetta lo vive quotidianamente: le numerose associazioni presenti, i residenti e le scuole.
Alberi come metafora di una nuova vita e di un’energia che, terminato il progetto, andrà alimentata con costanza e nel quotidiano.
Il progetto prevede la sua realizzazione in tre step: la piantumazione di circa 150 alberi che andranno a comporre una sorta di arena verde, un piccolo bosco che desidera essere vissuto sia come scenario naturale per eventi che come luogo d’incontro; la collocazione tra gli alberi di una struttura che potrà servire come spazio per attività didattiche o d’intrattenimento ma anche come semplice riparo e, infine, l’installazione di un’opera realizzata da Tresoldi Academy.
Per i quattro architetti (Alessia Copelli, Martina Corradini, Stefano Davolio, Leo Piraccini), tutti classe 1992 e tutti di origine emiliana, il progetto è diventato “Il cortile della Crocetta”, riprendendo le parole di un residente del quartiere. Un’esperienza che ha il desiderio di comunicare il meglio e la vitalità della Crocetta, ma anche l’ambizione di diventare qualcosa che sia un punto di riferimento nella quotidianità dei suoi abitanti.
È necessario sottolineare però come G124 vada a collocarsi in un contesto già molto vivo dal punto di vista dell’associazionismo. Infatti, le associazioni presenti e che svolgono le loro attività nel quartiere, sono oltre venti e, parlando con i cittadini che hanno partecipato alla presentazione del progetto, è facile capire quanto sia importante il loro ruolo nella vita sociale dell’area.
Ci sono realtà molto recenti eppure già attivissime come Modena Sobborghi: un sodalizio nato solo lo scorso anno e formato da ragazzi under 25 che si dedicano alla rigenerazione urbana con un focus sulle cosiddette periferie. L’associazione si pone l’obiettivo di sviluppare un senso di appartenenza inclusivo con una visione che possa tradursi in una più attiva partecipazione delle persone alla città e al quartiere in cui vivono. Colpisce poi come ci siano associazioni, come Alchemia, che nel tempo sono diventate riferimenti indispensabili per il quartiere. Attiva da oltre vent’anni, Alchemia svolge anche un’attività di coordinamento di altre associazioni che operano nell’area del parco, ma soprattutto gestisce un centro di aggregazione giovanile. In questo contesto offre numerose attività molto partecipate e capaci di attrarre giovani anche da fuori Modena. Francesca Iacoviello è tra le anime di Alchemia e racconta con una soddisfazione condivisibile i risultati ottenuti in questi anni, dalle attività di doposcuola, alla scuola calcio che si occupa di ragazzi che non hanno la possibilità di accedere all’attività a pagamento ma che più volte è stata “serbatoio” per società importanti. E Gianna Codeluppi, una sorta di memoria storica dell’associazione, le fa eco raccontando di come si parli sempre della Crocetta in termini di un contesto atroce, ma sottolinea che il loro impegno è la dimostrazione che il coinvolgimento dei cittadini nelle attività può portare facilmente a raggiungere ottimi risultati di riqualificazione urbana e culturale. Il progetto G124 può essere quindi un importante risorsa, un nuovo impulso per il lavoro che al Parco XXII aprile si sta facendo già da tempo.