Domenica 2 febbraio al Teatro Storchi di Modena è andato in scena Momenti di trascurabile (in)felicità, spettacolo di e con Francesco Piccolo e la speciale partecipazione di Pif. Che cosa sono questi momenti di trascurabile (in)felicità?
Entro in un negozio di scarpe perché ho visto delle scarpe che mi piacciono in vetrina, le indico alla commessa, dico il mio numero: “Quarantasei.”
Lei torna e dice:” Mi dispiace non abbiamo il suo numero.”
E poi aggiunge: “Abbiamo il quarantuno.” …
Mi guarda in silenzio perché vuole una risposta, ed io una volta soltanto vorrei dire: “E va bene mi dia il quarantuno!”.
Questo è solo un piccolo estratto dei tanti “momenti di vita sospesi”, a volte impercettibili, che animano lo spettacolo. Dopo le appassionanti tournée del 2018 e del 2019, il prossimo appuntamento a teatro sarà il 20 marzo 2020 Ferrara, presso il Teatro Nuovo.
Lo spettacolo inizia: ed ecco come piccoli frammenti di vita quotidiana possono diventare terribili o addirittura edificanti, per tutti e per nessuno. I due attori si cimentano nella lettura di un monologo intimo, abilmente interpretato e tratto dai libri di Francesco Piccolo (Momenti di trascurabile felicità, 2010 /Momenti di trascurabile infelicità, 2015, Einaudi), dai quali è scaturita la collaborazione con il regista Luchetti per la realizzazione del film (uscito lo scorso a marzo 2019) Momenti di trascurabile felicità che vede l’interpretazione di Pierfrancesco Diliberto (Pif) come attore protagonista.
“Perché il benzinaio ti dice sempre: “Un po’ più avanti per favore.”
E perché te lo dice sempre quando hai appena spento il motore?“.
Un esercizio personale, collettivo, divertente, sovversivo e cauto, equilibrato ed altisonante… Guardandolo viene da chiedersi se esista una dieta speciale o un allenamento intensivo per prepararsi a godere di questi momenti di trascurabile (in)felicità…
Manifesto d’(in)felicità.
Un primo tentativo lo fece già Georges Perec nel 1978, con il suo progetto autobiografico “Mi ricordo”: un lungo elenco di 480 micro-ricordi, nei quali la memoria viene sollecitata da un evento qualsiasi. Una raccolta di frammenti di vita caduti nell’oblio, che sembrano formare un tessuto connettivo nel quale si può riconoscere un’intera generazione. Anche nella pièce tragicomica di Francesco Piccolo ci sono tanti frammenti di vita che diventano sketch ed elenchi, lui lo descrive come “Un modo di pensare alle cose della quotidianità”.
Un “manifesto apparentemente trascurabile”; davanti agli occhi degli spettatori si palesa la presenza del “momento vissuto” (mentre sono parcheggiato in doppia fila, alla festa dei genitori, in treno, davanti alla vetrina di un negozio, al telefono con mamma…) e non si smette di ridere dall’inizio alla fine…
“Quanti sms ci sarebbero in meno se si eliminassero tutti i messaggi con scritto: “Ok”?”.
Prima e dopo la visione di questo spettacolo si raccomanda di fare delle liste private:
- Una lista “delle cose”
- Una lista delle cose senza uno specifico scopo o ragione, semplicemente perché ce le ricordiamo (…Perché?)
- Una lista delle cose che preferiamo fare
- Una lista delle cose che detestiamo fare
E si potrebbe poi provare a leggere queste liste a voce bassa, magari sul divano, bisbigliando mentre tutti sono intenti a guardare il Festival di Sanremo: proprio tutti, compreso il “giapponese”! (cit.).