Sabato scorso, nello spazio espositivo Pake di Castelvetro, ha inaugurato la mostra “Perché non essere profondi? (L’amore è tutto)”, dell’illustratrice modenese Cecilia Roda, in arte Lilybris. Incuriosita dal soggetto e spinta dall’aria primaverile anticipata decido di andare a visitarla insieme a Viola, mia figlia, anche perché la mostra è accompagnata da un laboratorio creativo dove poter disegnare la propria idea di amore.
Sulla soglia incontro Cecilia, e poco dopo Giorgia, assessore alla Cultura del Comune di Castelvetro, che si è fatta promotrice appassionata di un piccolo progetto, apparentemente semplice nell’aspetto ma denso di spunti ed emozioni, per gli occhi e per il cuore.
Mi colpisce immediatamente la leggerezza con cui Cecilia, attraverso le sue illustrazioni, racconta di cose complesse, difficili e, nella semplicità, riesce a dirmi così tanto…
Mi fermo a disegnare con Viola e poi, mi spingo nel percorso espositivo tenendola per mano. Forse anche per questo un po’ mi emoziono, mentre mi chiedo se quella nanetta a soli tre anni lo saprebbe dire cos’è l’amore per lei. A mano a mano che scorro i disegni, mi ricordo che l’amore ha davvero tanti nomi, forme e colori, e mi do una risposta: sì. E proprio oggi, in un momento storico dove molte cose mi appaiono forzatamente studiate per sembrare ciò che sono (o non sono), la spontaneità che osservo mi rende davvero felice.
Questa è la prima mostra di Cecilia. Una mostra che parla di una forma d’amore dove niente è dato per scontato e ogni parola ha valore. Dove tutti possiamo riconoscerci. Dove un sorriso colma vuoti che sembrano incolmabili, dove non esistono distinzioni di nessun tipo e non c’è nulla di superfluo o dispersivo. Visitarla mi ha fatto sentire in qualche modo sospesa, alleggerita, capita, abbracciata.
Cecilia toglie tutto, lascia sul foglio l’essenziale di cui hai esattamente bisogno. Così è nato il desiderio di capire come ci riesce, cosa c’è dietro ai suoi disegni, e conoscere più da vicino il suo immaginario così puro.
Cecilia ha 29 anni, 1 laurea in lettere e 46 mollette da bucato collezionate da ogni parte del mondo. Le piace il giallo e ogni tanto arrossisce. Il suo piccolo mondo trasmette semplicità, la più grande risorsa per sentirci tutti più umani.
Per MoCu ho avuto il piacere di farle alcune domande, e la ringrazio per avermi dato risposte che ho letto tutto d’un fiato.
Cosa c’è dietro alle tue illustrazioni apparentemente così semplici e come avviene il processo creativo?
Ci sono io, la mia vita, le mie emozioni. C’è ciò che osservo degli altri, un momento, un gesto. Quando disegno trasporto il mio mondo interiore all’esterno, gli do una forma concreta. L’omino che predomina sono io. Io e tutti, chiunque si riconosca. Io divento un tramite per il mondo emotivo che sa ascoltare. Le emozioni hanno nomi ben codificati, universali. Le mie emozioni diventano piccole scene descrittive, che coinvolgono i sensi: “Sono innamorata” è “Quando fuori nevica ma ho la primavera dentro”. I disegni sono urgenze, mi cercano e mi trovano. Non li penso mai, non li scelgo mai. Seguono l’andamento del mio interno e si fanno e da soli: esistono. Al disegno è sempre associata una parola, una frase. La verbalizzazione è essenziale, per me. Le parole sono essenziali, per me.
Quali sono i materiali che utilizzi?
Utilizzo i marker, principalmente. Mi piace pensare che la parte centrale del disegno, l’omino e le parole, restino indelebili. Poi uso i colori, un’infinità di diversi pennarelli e pennine. Sui fogli mi sono data metodo: prima erano qualunque foglio capitasse, ora invece prediligo quelli bianchi, semplici. Disegnare con le mie mani è fondamentale affinché il passaggio tra dentro e fuori avvenga senza contaminazioni.
Come sono arrivati a Castelvetro i tuoi disegni?
Un giorno mi sono detta “Perché non scrivere a Giorgia?” Entrando sul suo profilo Instagram e definendomisi il suo ruolo di Assessore alla Cultura ho pensato di propormi a lei. Siamo uscite a pranzo e abbiamo deciso di fare la mostra.
Come si è svolto l’allestimento? C’è un percorso particolare da seguire all’interno della mostra? Se sì, su quali aspetti dell’amore si snoda e perché?
L’allestimento l’ho fatto in autonomia, ho pensato a come volevo mettere i quadretti, a quanto volessi riempire. Il percorso è quello segnato: il movimento parte lineare, come un battito che inizia, piano. Sono piccoli status d’amore, uno in sequenza all’altro. Poi l’onda cresce e si movimenta, iniziano delle serie sui “vorrei dirti”, sui “ti prometto” fino a tre storie, a cui tengo molto. Queste tre storie narrano di tre tipi d’amore, l’amore uomo e uomo, uomo e donna, donna e donna. Il cuore torna lento, proseguendo, e porta a piccoli momenti spensierati, storie di bambini. Nel corridoio finale si specchiano due pareti dedicate all’amore universale: una più “teorica” e una, solo apparentemente, più leggera. “Dentro” ognuno ha una forma d’amore: broccoli, jazz, arcobaleni. Qualunque sia il nostro colore, amiamo.
Una parte dello spazio che ospita la mostra è dedicata al laboratorio libero in cui bambini e adulti possono raccontare attraverso parole e disegni la propria idea di amore. Tra i tanti lavori che ora sono attaccati alla parete ce n’è qualcuno che ti ha colpito e perché? Una volta finita la mostra cosa ne farai?
Alcuni mi hanno colpito molto. Più di tutti quello di Matilde: non ha parole ma una bellissima mongolfiera col pallone a forma di cuore e una bambina lì sopra, a godersi l’altezza. Mi ricorda che l’amore porta in alto, che è leggerezza, che non servono sempre parole. Una volta staccati li porterò con me, ne farò disegni, li restituirò mettendo la mia interiorità e lasciandomi trasportare da quella che è fermata sul foglio in immagine.
“Perché non essere profondi? (L’amore è tutto)” è una mostra che racconta con parole e illustrazioni un tema delicato, l’amore. Per te l’amore che cos’è?
L’amore è le piccole cose. L’amore è riempire anche il silenzio di parole. L’amore è sapere che dove sei tu ci sono anche io. L’amore è tutto quello che ci fa essere e che ci rende vivi.
La mostra di Cecilia allo spazio Pake di Castelvetro prosegue anche questo weekend (2-3 Marzo) con uno speciale appuntamento Sabato 2 Marzo: il reading poetico di Nicola Manicardi “L’amore e i suoi contrari” alle 17.30. Poi, dalle 18.30, Open Call di poesia, dove chiunque potrà leggere i propri componimenti originali.
Tutte le informazioni sulla mostra le trovate nell’evento facebook.