Si è da poco conclusa la tredicesima edizione di Asian Film Festival, manifestazione itinerante dedicata al cinema orientale che quest’anno ha scelto come sede la città di Carpi. La piccola cittadina modenese dall’11 al 16 ottobre è stata quindi meta di appassionati di tutta Italia, cinefili e critici bramosi di scoprire e apprezzare le nuove tendenze di una cinematografia spesso troppo ignorata dalla distribuzione istituzionale ma in realtà estremamente viva, sorprendente e portatrice di nuovi linguaggi narrativi ed estetici.
L’edizione di Carpi ha unito l’autore al genere, veleggiando tra il cinema raffinato, ermetico e riflessivo di alcuni dei massimi registi dell’estremo Oriente e una serie di pellicole che andavano a intercettare generi classici come quello bellico, il cappa e spada e l’horror. In sei giorni di festival sono stati davvero tanti i film proiettati sugli schermi del Cinema Eden, dell’Auditorium Loria e del Mattatoyo; una selezione ampia che ha permesso agli spettatori di immergersi in un confronto culturale di primario interesse completato da una serie di incontri, dibattiti e conferenze dedicate al cinema asiatico.
Il festival è stato suddiviso in quattro sezioni: il Concorso Ufficiale, una selezione di film Fuori Concorso, una retrospettiva dedicata all’autore di Hong Kong Stanley Kwan (uno dei pochissimi registi orientali apertamente omosessuali il cui Rouge, capolavoro del 1988, è stato scelto come film d’apertura della manifestazione) e una sezione Newcomers dedicata alle proposte più sperimentali del cinema asiatico, che spaziava dall’incisivo e brutale discorso sui generi sessuali ad altri temi con l’obiettivo di indagare l’intimo più nascosto dei sentimenti umani attraverso una narrazione scomposta e analizzata fino alle sue unità minime di riferimento.
A offrire i film più interessanti da raccontare sono però state le due sezioni principali, il Concorso ufficiale e la selezione dei film Fuori Concorso.
Tra i film in concorso è sicuramente fondamentale segnalare Nobi di Shinya Tsukamoto, uno che col cinema ha dimostrato di saperci fare e che nella prima parte della sua carriera ha lavorato sulla fusione uomo-macchina con le opere cyberpunk Tetsuo e i suoi seguiti. Il film che presenta quest’anno è un war movie violento e riflessivo allo contempo, interpretato dallo stesso autore che come sempre cerca di avere il maggior controllo possibile sulle proprie opere. L’altra chicca della selezione è Hong Kong Trilogy di Christopher Doyle, australiano di nascita ma naturalizzato cinese e attivo soprattutto come direttore della fotografia. La sua fama è dovuta soprattutto alla lunga partnership con Wong Kar-wai, con cui ha lavorato in numerosi film mostrando il lato più romantico e intimo della città di Hong Kong, e in questo film si dedica specificamente alla metropoli cinese con un film tripartito in tre “corti”, ciascuno dedicato a una fascia d’età diversa di abitanti della città.
La selezione dei film contenuti nella categoria Fuori Concorso, infine, offre alcune opere di altissimo livello; tra queste spicca The Assassin, distribuito in Italia dalla Good Films in pochissime copie e visibile finalmente anche in Emilia Romagna grazie a questo festival.
L’autore Hou Hsiao Hsien – che per questo film ha ricevuto il premio come miglior regista a Cannes l’anno scorso – è l’esponente di spicco della Nouvelle Vague di Taiwan e vanta una filmografia ricchissima di capolavori (Città dolente vinse la Palma d’oro a Cannes nel 1989), alcuni dei quali realizzati insieme all’attrice di Taipei Shu Qi, sua magnifica musa a partire da Millennum Mambo. Shu Qi è la protagonista di The Assassin, opera magistrale capace di lavorare sul genere cappa e spada infarcendolo di romanticismo e lirismo, dove l’azione viene circoscritta in alcune piccole ma fulminanti sequenze, mentre il resto del racconto è immerso in un tempo sospeso, dove la riflessione sul rapporto tra i sentimenti e la ragione è condotta da un’eroina che sarà difficile dimenticare.
Questa edizione del festival è stata realizzata con la collaborazione dell’Istituto Confucio Ca’ Foscari di Venezia e di numerose associazioni culturali ed enti del territorio – Circolo Arci Mattatoyo, Associazione Culturale Appenappena, Spazio Meme, Movimenta, Kalinka, Cinecomio, Circolo cinematografico Nickelodeon, Cineforum di Carpi e Fondazione Campori.