Il 23 Maggio del 1981 Basquiat fece la sua prima personale in Europa, a Modena presso la galleria d’arte contemporanea Mazzoli. In occasione del quarantesimo anniversario di questo evento, abbiamo realizzato diversi approfondimenti dedicati all’artista.
Durante il primo soggiorno di Jean-Michel Basquiat a Modena, l’artista irruppe in galleria esprimendo il forte desiderio di dipingere i due grandi palazzi in cemento di via Fleming.
Nonostante l’impegno di Emilio Mazzoli nello spiegare l’importanza e il valore artistico culturale di un’opportunità del genere e l’offerta da parte del gallerista a dividere le spese relative a colori e attrezzature varie, i funzionari comunali non accettarono.
Il tag SAMO©
Questo rifiuto, le aspettative mancate, innescarono la voglia di possedere tutti gli altri muri che da li a breve vennero invasi dai tag SAMO, acronimo che nasce fra i banchi di scuola assieme al compagno Al Diaz, nel loro istituto City-as-School a Manhattan, New York.
Istituto che Jean Michel raggiungeva con l’autobus da Bensonhurst, contesto urbano frazionato da quartieri etnici, coerentemente con l’ipocrisia politica sociale di quegli anni; Bensonhurst, Brooklyn, un’area in cui le relazioni razziali sono storicamente tese.
Basti pensare che negli anni in cui Basquiat prende l’autobus per raggiungere il suo istituto, gli studenti afroamericani sono ancora circoscritti all’interno del fallimentare Busing, storico provvedimento di segragazione razziale.
In quanto uno dei pochi studenti neri del suo Instituto, Jean-Michel si confronta a scuola con un atteggiamento razzista, pericolosamente considerato normale.
Da questo periodo nasceranno opere come “Teenage Gangs of the Fifties”, una rappresentazione sarcastica della visione stereotipata e ignorante che gli studenti bianchi hanno nei confronti degli afroamericani.
Questi sono gli anni in cui nasce il tag SAMO©: Acronimo di Same Old Shit, letteralmente “sempre la stessa merda”.
La firma di due ragazzini, nell’atteggiamento di competizione per emergere fra i coetanei, in quella sfida di stile fra muri e metro di una New York che definì il movimento etichettato come Writing.
Una notte stavamo fumando erba ed io dissi qualcosa sul fatto che fosse sempre la stessa merda, The Same Old Shit. SAMO, giusto? Immaginatevi: vendere pacchi di SAMO! È così che iniziò, come uno scherzo tra amici, e poi crebbe.
Jean-Michel Basquiat, intervista al Village Voice, 1978
I tag presenti a Modena
A quarant’anni dalla prima personale dell’artista, per le vie della città ci si può ancora imbattere nei tag SAMO; inutile dire che non sono originali, ma piace pensarli come il segno lasciato dall’autore nella memoria storica della città di Modena.
Parte di queste firme sono comparse in due momenti ben precisi: nel 2015, in concomitanza della mostra Il Manichino della storia, nella quale erano esposti diversi pezzi di Jean-Michel Basquiat, e a seguito delle pubblicazioni di Anna Ferri: L’opera struggente a Modena di un formidabile genio: Basquiat e Basquiat. Viaggio in Italia di un formidabile genio, rispettivamente di Dondolo Editore e Compagnia editoriale Aliberti.
Di seguito alcuni scatti realizzati da Alessio Bogani dei tag in cui ci siamo imbattuti nell’ultimo periodo.
Se qualcuno dovesse trovarne altri può scrivere a jou@mocu.it o caricarli su Instagram utilizzando gli hashtag #samomodena e #modenacultura, taggando la pagina Instagram @mocu.magazine.